Riccardo Totti e Odevaine: si muovono i carabinieri

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Il Fatto Quotidiano (M.Lillo) – Gli intrecci societari tra Luca Odevaine, arrestato a dicembre nell’operazione Mafia Capitale con l’accusa di corruzione e la famiglia Totti si fanno interessanti anche per la Procura di Roma. Il Fatto si è già occupato della società Reluca Srl, individuata dal Ros dei carabinieri e oggetto di una serie di informative ai pm nei mesi scorsi. Si tratta di una immobiliare creata nel 2010 dal fratello di Francesco Totti e da Odevaine che ha acquistato due negozi alla Garbatella e uno al Colosseo. La società presenta alcune particolarità: il socio minore, Riccardo Totti, con il 10 per cento ha messo i soldi (mediante un finanziamento soci di 850 mila euro) per effettuare gli acquisti immobiliari; il socio maggiore, Luca Odevaine, con il suo 90 per cento, però si comporta come se fosse il vero padrone. La terza particolarità è che il capitale della Reluca Srl è schermato dalla Montepaschi Fiduciaria. Solo pochi mesi fa i Carabinieri del Ros hanno notificato alla Procura che il 10 per cento del capitale è di Riccardo Totti anche se il finanziamento soci di 850 mila euro è in larga parte suo.

Un’altra particolarità della Reluca sono i rapporti con la famiglia dei costruttori Pulcini. Reluca ha comprato nel dicembre del 2010 due negozi (catastalmente tre per complessivi 150 metri quadrati) alla Garbatella in via Tamburini dalla Indiano Srl, riferibile a Daniele Pulcini finito ai domiciliari ad aprile e al centro del video delle polemiche di questi giorni. L’affare della Reluca diventa più imbarazzante per Odevaine se si tiene conto che due anni prima della sua nascita c’era stato il grande affare immobiliare con il Comune di Roma messo a segno dalla Ten Immobiliare Srl di Francesco Totti, amministrata dal fratello Riccardo. A dicembre del 2008 la società Ten Immobiliare di Francesco Totti (per il 94 per cento) affitta al Comune di Roma un palazzo a Tor Tre Teste per ospitare 35 famiglie. La scelta è validata dalla commissione presieduta dall’amico Odevaine, allora potente braccio destro del sindaco Veltroni. Il contratto firmato dal Comune nel dicembre 2008 permette alla società di Totti un incasso di 900 mila euro lordi all’anno tra affitto, manutenzione e portierato. Due anni dopo quel contratto, nel dicembre del 2010, Riccardo Totti e Luca Odevaine creano una società “segreta” cioé schermata da una fiduciaria e poi Riccardo Totti – mediante un finanziamento soci – permette alla società di Odevaine (per il 90 per cento) di comprare tre negozi a Roma. Oggi Odevaine ha la disponibilità di un tesoretto di un milione di euro grazie a un finanziamento di Riccardo Totti, amministratore di un’altra società che ha incassato dal Comune più di 5 milioni di euro dal 2009 a oggi, grazie alla commissione presieduta da Odevaine. Chissà se Francesco Totti sapeva. E chissà se la Procura di Roma lo chiederà mai al calciatore che con Il Fatto, nonostante ripetuti tentativi, non vuole parlare. “Non c’è nessuna relazione tra le due operazioni immobiliari”, replica Luca Petrucci, legale di Odevaine, “in mezzo passano molti anni e poi i rapporti tra la famiglia Totti e Odevaine sono antichi e fiduciari”. Anche la Procura deve pensare che non ci sia nesso perché non ha contestato alcunché ai Totti. Comunque la famiglia Odevaine intanto pensa a vendere: il 9 marzo del 2015 nel suo studio romano, sede della Reluca, il commercialista di Luca Odevaine, Stefano Bravo, come presidente di Reluca e “la signora Paola Odevaine (sorella di Luca, ndr) in rappresentanza del socio Mps Fiduciaria in rappresentanza del 100 per cento del capitale sociale” hanno tenuto l’assemblea. Bravo, per le indagini in corso, si è dimesso.

Erano passati tre mesi dagli arresti di Mafia Capitale e il commercialista di Odevaine sapeva di essere indagato e sarà poi arrestato ai domiciliari ad aprile. Paola Odevaine, nomina al suo posto la signora Ginestra Odevaine, 30 anni, figlia di Luca, che “ascoltata telefonicamente accetta la carica”. L’assemblea delibera per la nuova amministratrice “un compenso di 60 mila euro lordi omnicomprensivi per l’intero 2015”. Bravo in quella assemblea informa i soci che c’è sul tavolo “una proposta di acquisto dell’inquilino per l’immobile commerciale di via Tamburini 9 e 11, 68 mq, attualmente locato alla società che ha offerto 130 mila euro per l’acquisto”. L’assembla delibera di accettare l’offerta. “Mio fratello è in galera da sette mesi senza avere subito un processo dal quale potrebbe uscire assolto”, spiega Paola Odevaine, “mi ha chiamato Stefano Bravo per sostituire l’amministratore con mia nipote Ginestra. Non sapevo che fosse socio Riccardo Totti e abbiamo pensato di vendere quel negozio per mandare avanti la famiglia. Luca era molto generoso e ora è difficile per tutti. Comunque non vendiamo più”. L’avvocato Petrucci tiene a precisare: “la Procura sarebbe stata informata dell’eventuale cessione”.

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