Repubblica.it – De Rossi: “Luis decisivo. Resto perchè qui ho tutto”

L’annuncio che tutti aspettavano, e che il direttore generale della Roma Franco Baldini aveva anticipato sull’onda emotiva della vittoria sull’Inter, è adesso completo. Daniele De Rossi ha rinnovato il proprio accordo con la Roma per altri 5 anni. “Avrà un compenso lordo di 10 milioni annui – la comunicazione di BaldiniPiù bonus per varie competizioni. È un contratto che non prevede nessuna clausola rescissoria“. Cifre che ne faranno, con circa 5,5milioni netti all’anno, il giocatore più pagato della storia della Roma. E che spazzano via, in un solo giorno, le ombre sulla sua permanenza e sul suo futuro, su exit strategy e sulla possibilità che il regista potesse aver voglia di continuare altrove la propria carriera.

Nonostante la società abbia strappato la firma più attesa, il più contento di poter celebrare la propria permanenza sembra proprio De Rossi: “Quello che mi ha spinto a restare è questa squadra, questa città. Mi sono reso conto che quello di cui ho bisogno è qui. Qualche indecisione ce l’ho avuta, non lo nego. Ma qui sto bene e ho bisogno della Roma per giocare a pallone in una certa maniera“. Eppure, per lunghi tratti la scelta è stata tutt’altro che scontata: “C’è stato un momento lo scorso anno – spiega il centrocampista – in cui sentivo che l’amore dei tifosi nei miei confronti era leggermente scemato. Non venivo visto più come un giocatore forte e avevo anche io delle responsabilità. C’era
un disinnamoramento e lo avvertivo. Ho avuto un momento in cui le ambizioni e la voglia di confrontarmi con i più forti al mondo e per i trofei più importanti al mondo mi affascinava. Ho parlato anche con altre squadre e volevo provare a dimostrare e a vedere se sono abbastanza forte a certi livelli“. Poi, improvvisamente, qualcosa è cambiato. Merito, anche, di un rinnovato entusiasmo in campo, figlio della nuova guida tecnica: “Il mio amore per questa squadra va al di là di allenatore e presidente, ma Luis Enrique ha riacceso la fiammella. Forse è il migliore allenatore che abbia avuto, ogni sua decisione mi trova completamente d’accordo, dal mio ruolo in campo all’abolizione di ritiri e alle partenze per le trasferte ritardate. Qui quest’anno c’è un’aria fresca, nuova. Ho sempre vissuto in una famiglia, prima c’era la famiglia Sensi, ora sono cambiate le cose ma c’è un’aria nuova“.

Nonostante una volontà forte di continuare a giocare a Roma, però, tra De Rossi e la società la trattativa non è stata semplice: “Non ho mai fatto sconti sulla cifra, ne ho chiesta una il primo giorno ed è rimasta la stessa fino a oggi. La clausola? La voleva la società e ci ho pensato anche io, ma alla fine non si è fatto nulla“. Un po’ d’ordine sul tema prova a metterlo Baldini: “Con Daniele c’è stata una lunga negoziazione e la clausola aveva l’obiettivo di avvicinarsi. Altre squadre più esotiche avevano offerto soldi che se dicessi non verrei creduto. E questo esclude che Daniele abbia firmato per soldi. La clausola? Era un’ipotesi negoziale. Se ne era parlato tra le parti e per cifre più alte di quelle emerse“.

A fare davvero la differenza, in ambito negoziale, sono state però le prospettive, e De Rossi non fatica ad ammetterlo: “È una scelta di cuore e di testa: non resto per vedere il Colosseo, ma perché credo in questo progetto. Mi aspetto molto da questa società“. Tradotto: Daniele si aspetta una Roma al più presto vincente. In findo, è questo quello che prevede il progetto americano: “Ma non so quantificare i tempi. Un dg può aspettare a vincere, io non posso a 29 anni. Voglio che questo sia l’unico anno in cui partiamo in seconda linea. Quest’anno non era pensabile. Da quest’altro anno il direttore deve fare un grande lavoro, poi toccherà a noi. C’è ancora da maturare, ma in 5 anni potrò tornare a lottare per lo scudetto. Per la Champions non lo so“. Avrebbe, forse, potuto farlo altrove: “I progetti di altre squadre mi convincevano eccome. Ma la squadra che mi ha cercato di più non la nominerò mai. Alcune erano più affascinanti per il loro blasone, altre che tilevano il sonno per le loro offerte. Mi ha cercato qualche squadra italiana, ma anche se per me era un onore, ma sarebbe stata la mia ultima scelta. Anche se sono società che fanno le cose come si deve. Ma la prima opzione per me era l’estero, anche per rispetto dei tifosi. Ringrazio chi mi ha cercato, e nei campionati esteri faccio il tifo per loro. Ma quando c’è di mezzo la Roma cambia tutto“.

Abbastanza da far dire a Baldini: “Lo hanno cercato squadre esotiche che se vi dico le cifre che offrivano non mi credereste. E questo esclude che Daniele sia rimasto per soldi“. In ogni caso, però, da giugno quando entrerà in vigore il nuovo contratto, De Rossi sarà il giocatore più pagato della Roma. Anche più di Totti. Un esempio, per la sua scelta: “È stata fondamentale – ammette Daniele – la sua immagine di uomo integro e felice a Roma. Io pur senza battere i suoi record vorrei arrivare alla sua età ed essere ancora il più amato e ancora decisivo. Certo, lui ha uno scudetto in più che a me manca. Qui si può essere grandi anche senza medaglie, ma ho grossa voglia di conquistare qualcosa“. Così è stato convinto a restare: “I dirigenti mi hanno convinto con i loro obiettivi. Ho parlato anche con i presidenti quando sono venuti dall’america. Ne ho parlato con Sabatini, che per questo rinnovo non riusciva a vivere sereno. E quella del mio procuratore orco è una delle follia uscite sui giornali. Lui è la mia bocca, poi che lui a livello professionale potesse consigliarmi squadre più blasonate della Roma ci può stare. Ma la mia volontà era di restare qui. Ora che ho firmato per 5 anni mi devono cacciare… Ma io il parassita a Roma non lo farò mai“. Adesso, nessuno ha più dubbi.

Repubblica.it – Matteo Pinci

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