Re Fabio sfida il 9 che ha perso la corona

Pagine Romaniste (Alessio Nardo) – Il pensiero va in primis ai fantacalcisti di tutta Italia. Coloro che la scorsa estate avranno certamente pagato a peso d’oro Edin Dzeko, più o meno tra i 150 e i 250 crediti, snobbando il “vecchietto” Fabio Quagliarella, finito con tutta probabilità nelle varie fantasquadre col ruolo di punta di rincalzo a prezzi abbordabilissimi. Ed ora? Siamo ad aprile e uno ha fatto 21 gol in campionato. L’altro appena 7. E ai tanti che hanno toppato totalmente le previsioni estive non resta che divorarsi mani e gomiti.

E’ l’anno di Re Fabio. Un vero e proprio miracolo della natura. 36 anni compiuti a gennaio, eppure nessuno lo direbbe mai. Forma psicofisica eccellente, ruolo centrale all’interno della Sampdoria di Giampaolo (che lo allenò giovanissimo già ad Ascoli, nel 2005-2006) e quella leggerezza nel giocare a calcio che forse, in passato, non ha mai avvertito. Quaglia è l’idolo della piazza blucerchiata. L’uomo adorato dai doriani e applaudito in ogni stadio. Perché in fondo non può che esserci stima profonda per chi dispensa classe e migliora invecchiando. Mai, l’attaccante di Castellammare di Stabia, aveva superato in carriera i 20 gol in un singolo torneo di Serie A. Il suo record erano i 19 centri del 2017-2018. In precedenza si era spinto al massimo sino a 13. Ora è davanti a tutti, anche al sovrano Cristiano Ronaldo e ai supersonici Piatek e Zapata del recente periodo. Solo nel 2008-2009, con l’Udinese, riuscì a firmare più di 20 reti in una stagione intera, comprendendo anche le coppe (13 in campionato e 8 in Uefa). E l’obiettivo dell’Europeo 2020, che Fabio giocherebbe ad anni 37, non sembra più così impossibile da raggiungere.

Dall’altra parte, c’è Edin Dzeko. L’ex cigno di Sarajevo, oggi bagnato e spennacchiato, non più ispirato come ai tempi d’oro e, secondo i beninformati, sempre più vicino all’addio alla Roma. Il puntero che guidò Wolfsburg e Manchester City a molteplici trionfi sta vivendo una delle stagioni meno brillanti della sua carriera. Limitandoci al periodo romano, Edin ha già migliorato lo score del malinconico anno d’esordio (12 gol a fronte dei 10 complessivi realizzati nel 2015-2016) ma se prendiamo in esame solamente il campionato, la sua media realizzativa è persino peggiore rispetto a quella di 3 anni fa: 7 gol in 1947’ minuti (uno ogni 278’) a fronte degli 8 messi a segno al debutto nell’arco di 1954’ totali (una rete ogni 244’). Non segna da febbraio, in casa dal 23 ottobre se facciamo riferimento alla Champions, altrimenti dobbiamo tornare indietro di 12 mesi per ritrovare un suo guizzo all’Olimpico. Numeri tristi per un campione forse in declino, ma che domani sera sfiderà ad armi pari l’ispiratissimo rivale doriano. Non a caso, un anno fa, a Marassi finì 1-1: segnarono loro due. I veterani del gol, pronti a duellare di nuovo.

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