Raggi su Tor di Valle: “Berdini, solo parole. Lanzalone strategico”

La Repubblica (A. Ossino) – Prima le barricate alzate dai banchi dell’opposizione. Poi il tentativo di realizzare il Nuovo Stadio della Roma quando il Movimento 5 Stelle aveva ormai ottenuto le chiavi della Capitale. La sindaca Virginia Raggi, chiamata a testimoniare nel processo che costringe il consulente Luca Lanzalone e altre 15 persone ad accomodarsi nei banchi degli imputati, ha provato a spiegare le ragioni del cambio di rotta sull’affaire stadio.

Quando eravamo all’opposizione della giunta Marino – ha detto la sindaca ricordando il “contrasto alla delibera di pubblico interesse” – eravamo tutti dell’idea che uno dei primi atti da approvare, sarebbe stata la revoca della delibera di Marino”. Poi le cose sono cambiate. Secondo l’ex assessore all’urbanistica Paolo Berdini la scelta fu presa esclusivamente per assecondare la pancia dell’elettorato: “Dopo le parole di Francesco Totti del 5 febbraio 2017, mi telefonò l’allora vicesindaco Bergamo, mi disse che la mia posizione contraria non era più sostenibile dal punto di vista politico“.

Raggi invece ieri ha raccontato alla corte una vicenda più complessa: “Berdini a parole era contrario allo stadio, nei fatti assolutamente no. La verità é che nella sostanza non ha mai avversato lo stadio (…) non solo non portò in giunta la delibera di revoca dell’interesse pubblico, ma addirittura aderì alla conferenza dei servizi avviata in Regione sul progetto” ha detto la sindaca.

Poi il ruolo dell’avvocato Luca Lanzalone: “Ci aiutò a rappresentare a Beppe Grillo le oggettive difficoltà, al limite dell’impossibilità, di tornare indietro e quindi anche Beppe tornò indietro visto che stavamo sterzando su un progetto di minore impatto e sostenibile dal punto di vista ambientale ed energetico“.

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