Quella “strana” contestazione di chi non vuole lo stadio

Chi lo conosce bene dice che a James Pallotta gli striscioni contro lo stadio, o i tweet che ne sono seguiti, abbiano fatto poco effetto. Ha intenzione di andare avanti, senza fermarsi, sul progetto Tor di Valle. Nonostante molti tifosi – non tutti – adesso dicano di no al nuovo impianto perché farlo significa dire di no al presidente americano, lasciare tutto ora per la Roma sarebbe un autogol clamoroso. Al netto di un legame che sarà complicato ricostruire con la gente, il futuro infatti passa inevitabilmente da Tor di Valle. Il fatturato del club crescerebbe a dismisura, così come il valore del club stesso, che avrebbe, parola di Pallotta «il più grande impianto dell’Europa meridionale». Se i tifosi proprio non vogliono credere a lui, magari potranno fidarsi delle parole di Ranieriè vitale per la Roma avere l’impianto di proprietà») o dello stesso De Rossi: «Spero che la Roma, magari con lo stadio, diventi forte tanto quanto le altre squadre». Lo ha detto nel giorno in cui è diventato ufficiale il suo addio. Il giorno più difficile. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.

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