Corriere della Sera (D.Stoppini) – Gasp che prende tra le mani la testa di Dovbyk è un gesto paterno. Sembra quasi di sentire l’allenatore sussurrare un «bello mio» ad Artem, un po’ alla romana. Pare proprio che gli dica: ecco quello che sei in grado di fare, altro che «stonato», altro che «non era nei piani farlo entrare». Dovbyk non solo è entrato, nelle ultime due partite. Ma è stato “pesante”, ha inciso, ha deciso. Ha persino sorriso. Quella carezza di Gasp, e il successivo abbraccio, restano lì e indicano la via, oltre che il metodo. Gasperini non lascia indietro nessuno.
Dà una possibilità a tutti. Può sembrare brusco, in alcune decisioni, anche in certe dichiarazioni, ma non fa nulla a caso. Ormai l’elenco è lungo. Il Pellegrini senza più fascia fissa è lo stesso Pellegrini messo titolare nel derby e altre volte ancora. E poi El Aynaoui, tolto dopo un tempo col Torino e ora riproposto. Ferguson, quello del «primo allenamento buono ieri», schierato titolare con il Parma. Stiano tranquilli allora Pisilli, Ziolkowski, Bailey, lo stesso Tsimikas: Gasperini aspetta. Non regala, perché non ha tempo da disperdere. Ma conta su tutti. Perché di carezze si vive.



