Corriere dello Sport (M.Piccari) – Chi ha detto che il treno passa una volta sola? Nel 2013 Alekasandar Dragovic ha respirato e sfiorato l’Italia. L’austriaco, di origine serba, in quella stagione fu un grande protagonista del Basilea. La squadra guidata da Murat Yakin vinse il campionato e arrivò in semifinale di Europa League persa col Chelsea e il gigante centrale, cresciuto nell’Austria Vienna, fu il perno della difesa. Una stagione, quella del 2012-13, da incorniciare: 55 presenze stagionali tutte da titolare e 4 reti.
L’ITALIA SFIORATA – Un rendimento impressionante che attirò l’attenzione di Milan, Inter, Lazio e Roma. Un’estate di corteggiamenti continui con l’inserimento, tra le pretendenti, anche del Dortmund per il dopo Hummels. Ma alla fine fu la Dinamo Kiev a spuntarla. Il club ucraino per 9 milioni riuscì a superare la concorrenza e Dragovic salutò l’Italia. L’impatto con la Dinamo è stato subito positivo. Due campionati vinti e una Supercoppa d’Ucraina con l’austriaco sempre in bella evidenza.
CARATTERISTICHE – Forte fisicamente, con una buona tecnica abbinata ad una discreta velocità che gli consente di essere decisivo negli anticipi. Un centrale molto abile anche negli inserimenti e questa caratteristica lo rende pericoloso sulle palle inattive. A vederlo sembra un mix tra Barzagli e Panucci, per struttura ricorda il primo, mentre per tecnica si avvicina al secondo e per questo può giocare anche terzino destro. Un difetto? L’eccessiva irruenza, che in alcuni casi lo porta a commettere falli evitabili con qualche cartellino di troppo.
RISCATTO – Dal 2009 è un pilastro della Nazionale austriaca. Il ragazzo ha disputato Euro 2016, l’espulsione contro l’Ungheria, con conseguente sconfitta, e il rigore sbagliato contro l’Islanda, nella partita decisiva per accedere agli ottavi, hanno lasciato un ricordo negativo. Il resto è storia recente e Dragovic, dopo un anno al Bayer Leverkusen non esaltante, appena 19 presenze, cerca il riscatto. Un riscatto che potrebbe passare per l’Italia, su un treno con destinazione Roma, ma quella giallorossa.