Pubblico, biglietti, coreografie: pronti al primo derby “senza”

La Repubblica (E. Sisti) – Un derby senza pubblico è come… come cosa? Già, come sarà un derby senza pubblico? Chi ha il coraggio e le parole per concludere la frase si accomodi. Lo scopriremo venerdì sera (20:45), fermo restando che a nessuno, sino a qualche mese fa, sarebbe mai venuto in mente che Lazio e Roma potessero scendere in campo in una bolla di spazio/tempo e di emozioni sospese. 

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Prepariamoci a rimpiangere tutto quello che è possibile, fra pregi e difetti, associare alla folla che si avvicina allo stadio, sempre da due punti diversi della città. Prepariamoci a ricordare i bei tempi della rivalità fatta di parole grosse, di antipatia mirata, di anni e anni di sofferenza, tanto che si continua a pensare che il vero tifoso, giallorosso o biancoceleste, sogni un mondo senza derby, perché la cosa peggiore è che vinca l’altro, non che tu perda.

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Prepariamoci all’assenza di rumore e magari qualche assembramento fuori dallo stadio. Prepariamoci a pagine di memoria in cui ritroviamo la contrapposizione ideale, esposta in tribuna, come fosse un libro spaccato in due, yin yang. Prepariamoci a considerare un lusso le vecchie foto in cui papà romanista appare con il figlio laziale sulla strada dell’Olimpico, entrambi riconoscibili dalla maglietta indossata, entrambi sorridere perché non sanno ancora quel che succederà. Vediamo che succede. In tv.

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