Promosse con una facilità quasi sorprendente

Corriere della Sera (M.Sconcerti) – Juve e Roma passano bene il turno a gironi, come secondo me farà anche il Napoli oggi. Il risultato attuale è già comunque importante. Molto forte il risultato della Roma che finisce prima nel girone più complesso della Champions. Ottimo anche quello della Juve appesantita da un grande avversario come il Barcellona. La Roma sta giocando quasi nascosta. Nessuno la considera veramente ed è un errore. La Roma ha grandi giocatori medi, quasi il massimo in un’epoca in cui mancano i fuoriclasse. Di Francesco ha portato uno schema a metà strada tra Sacchi e il calcio all’italiana, difficile da comprendere in fretta. Attacca in sette e si difende in otto, calcio dispersivo, ma trovando gli interpreti giusti molto promettente. In campionato la Roma si è avvalsa di sette partite senza scontri diretti in una stagione in cui contano solo quelli. Con Inter e Napoli ha perso, ma il tempo è passato, la squadra è cresciuta. Trovarla davanti al Chelsea e all’Atletico è davvero una sorpresa. Manca qualcosa per la grande squadra, ma ormai l’Europa è avara, fenomeni non se ne vedono, tutti si assomigliano.

Questo tra parentesi giustifica anche le spese del Milan. Puoi avere i soldi che vuoi, ma giocatori che diano al volo la differenza non ci sono. La Juventus ha fatto la sua partita, quasi si poteva non vederla e sapere già come sarebbe andata, nel gioco e nel risultato. La diversità della Juve sta nel peso che porta, ha tanta massa, che nell’universo significa energia, forza pura. Le manca brillantezza, è il risultato di avere grandi individualità europee. I singoli difficilmente si trovano fra loro, non sarebbero più singoli. Ma la somma degli addendi finisce per dare una squadra difficilmente battibile. L’altra sorpresa è la facilità con cui Juve e Roma hanno superato gli ostacoli. Questo conferma la flessibilità del nostro movimento, la differenza che sempre più esiste tra il calcio complessivo (cioè federazione) e Lega, cioè l’insieme delle singole società professionistiche, quelle che davvero pagano l’intero movimento. In questa zona il calcio italiano esiste, è anzi quasi alla pari con il meglio. Quando si capirà questa differenza si comincerà davvero a rifondare. Il presidente federale conta poco, contano la voglia e la capacità delle società di mettere soldi nella loro impresa. I dilettanti facciano i dilettanti, siano felici di giocare, senza condizionare i professionisti. Non esiste in nessun altro campo.

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