Il Corriere della Sera (G.Piacentini) – La sua corsa, dopo il secondo gol all’Empoli, verso i cinquemila romanisti che riempivano il settore ospiti, non è stata una “ruffianeria” da parte di Stephan El Shaarawy. Piuttosto il ringraziamento nei confronti di una tifoseria che lo ha accolto a braccia aperte quando, probabilmente, non erano rimasti in tanti a credere in lui. Non ci credeva il Monaco, che a dicembre scorso, quando stava raggiungendo il numero di presenze utili a trasformare in obbligo il diritto di riscatto, ha deciso di non convocarlo più. Non ci credeva il Milan, che nel mercato di gennaio ha provato ad inserirlo in tutte le trattative e che vedeva il suo ritorno come un problema ,più che come una risorsa. Forse non ci credeva fino in fondo nemmeno la Roma, che ha preteso il diritto (13 milioni di euro dopo il milione e quattrocentomila già versato per il prestito oneroso) e non l’obbligo del riscatto del suo cartellino: se le cose continueranno ad andare così, di sicuro quel diritto verrà esercitato. Lo sa anche Adriano Galliani, che davanti alle telecamere fa parecchia fatica a nascondere l’imbarazzo per un’operazione che a Milanello gli sarà rinfacciata a lungo. «Siamo contenti per Stephan – le parole dell’a.d. rossonero – se fosse rimasto al Monaco non avrebbe più giocato e avrebbe saltato gli Europei. La Roma è l’unica società che l’ha voluto ma al momento è ancora un giocatore di proprietà del Milan: certo, sta giocando in una squadra che adesso è nostra concorrente, ma siamo molto felici per lui».
Parole di circostanza, perché di fatto il Faraone sta spingendo la Roma nella corsa ad un posto in Champions, che è esattamente lo stesso obiettivo (dichiarato) del Milan. La sua importanza nella rimonta giallorossa è certificata dai numeri: il suo bottino è di 4 gol e un assist in campionato in 5 presenze, in cui ha totalizzato complessivamente 389 minuti. In pratica segna un gol ogni 97 minuti, una media da bomber che assume ancora più valore se paragonata con quanto (0 gol e 0 assist in 680 minuti) aveva fatto da settembre a gennaio al Monaco. A Roma, invece, è stata fin da subito tutta un’altra musica. Merito soprattutto di Luciano Spalletti, che lo ammirava già dai tempi in cui allenava lo Zenit. «Prima di arrivare – ripete spesso El Shaarawy – ho sentito molta fiducia da parte di Spalletti e Sabatini. Per me questa è una bella rivincita e il mio obiettivo è conquistare un posto per gli Europei con la Nazionale». Antonio Conte, come l’allenatore e il d.s. romanisti, è un altro estimatore del Faraone. Lo ha convocato anche quando il suo talento sembrava essersi disperso, lo farà a maggior ragione a giugno se manterrà questo rendimento. Se lo augura anche Spalletti che dopo la doppietta di Empoli dovrà trovargli un posto venerdì sera contro la Fiorentina. Dovrebbe esserci anche Nainggolan, uscito a Empoli per un affaticamento al muscolo tibiale destro che però non preoccupa lo staff sanitario.