Il Tempo – La strana coppia in regia

Rivali sul campo per colpe altrui, amici fuori. È stato Zeman a creare il dualismo tra De Rossi e Tachtsidis, finendo per penalizzare entrambi e, ancor di più, se stesso. Capitolo chiuso.
Domani a Udine se ne potrebbe aprire uno nuovo: senza Pjanic e Bradley, Andreazzoli è intenzionato a schierare la «strana coppia» nel cuore del centrocampo. Non Florenzi o Perrotta, considerati dal tecnico un esterno e un trequartista, ma due registi. De Rossi più bravo a interrompere le azioni degli avversari, Tachtsidis a costruire gioco anche se finora nella Roma c’è riuscito poco e male. Appena è salito al comando, Andreazzoli ha avvertito il greco: «Non sarai più titolare ma ti tengo in considerazione».

L’occasione è arrivata e non sarà una prima volta: la «strana coppia» è partita titolare quattro volte con Zeman anche se in un centrocampo a tre, ed è stato sempre il biondo di Ostia a spostarsi dalla posizione che preferisce. L’esperimento ha sortito risultati contrastanti: due vittorie in trasferta con Inter (ma De Rossi è uscito per infortunio nel primo tempo) e Genoa, due sconfitte a Torino con la Juventus e all’Olimpico proprio contro l’Udinese. Nella schizofrenica gara d’andata Tachtsidis è stato anche espulso, ora la Roma ha bisogno di ben altro: la gara del Friuli assomiglia tanto a uno spartiacque della stagione.

Di esperimenti ne basta uno. Confermato il modulo 3-4-2-1, in difesa dovrebbe rientrare il recuperato Castan al posto di Romagnoli, Torosidis confermato a destra e ballottaggio Balzaretti-Marquinho per l’altra fascia, davanti spazio al tridente Totti-Lamela-Osvaldo. L’umorale centravanti italo-argentino ieri si è allenato di pomeriggio da solo dopo una mattinata in permesso per risolvere questioni personali. Già mercoledì si era chiarito con Andreazzoli nello spogliatoio per la reazione avuta al cambio nel finale di Roma-Genoa. Muzzi, a cui aveva negato il saluto, non ha avuto bisogno di ulteriori spiegazioni: è stato un giocatore fino a poco tempo fa e conosce perfettamente cosa passa per la testa in quei momenti. Nessuna punizione, quindi, col placet della società: finché lo paga, la Roma vuole utilizzare al massimo Osvaldo. A patto che no n superi i limiti.
Pruriti dell’argentino a parte, a Trigoria si respira un’aria nuova. «C’è un clima diverso, le vittorie – spiega Perrotta – fanno aumentare l’allegria e la serenità». Il giocatore-consigliere spera di avere spazio domani e, in cuor suo, si augura che prima o poi la società gli proponga un altro anno di contratto. Difficile, intanto «io mi alleno per farmi trovare pronto – dice Perrotta – quando Andreazzoli vorrà farmi giocare. Il resto non mi interessa».

Il nuovo allenatore cerca di coinvolgere tutti, ecco perché la squadra tifa per lui. Spalletti scommette sulla conferma del suo ex collaboratore: «Credo sarà l’allenatore della Roma anche il prossimo anno» dice convinto. La società riflette e si accorge che sul mercato c’è poco. A parte la possibile carta Allegri e le difficoltà di un ritorno di Spalletti, un altro concorrente si sfila. «Della Roma non voglio più parlare – dice Ancelotti – sono molto contento qui a Parigi».
C’è invece chi si propone. Roberto Mancini, interrogato su una possibile chiamata da Trigoria, sottolinea :«Io sono un professionista, eventualmente ci penserò». Come a dire: il passato laziale non conta.
Il Tempo – Alessandro Austini

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