Primavera, strapotere Lazio. Ma la Roma vuole riscrivere la storia

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La Gazzetta dello Sport (M. Calabresi/F. Oddi) – Alberto De Rossi, due giorni fa, smaltita l’ansia della partita con lo Spezia col gol del 2-0 di Ndoj, in sala stampa ha sfoderato la lezione ben imparata a memoria: «Chi preferirei tra Lazio e Inter? Nessuna preferenza, sono due squadre fortissime». E magari è anche vero, nella sua ottica: l’Inter tecnicamente era più forte, ma la squadra biancoceleste negli ultimi anni è stata la sua vera bestia nera. Inzaghi ha parlato più a caldo, visto che la partita l’ha vinta ai supplementari, e non ha avuto tempo di tirar fuori una risposta più diplomatica: «La Roma è fortissima. Ma negli ultimi anni con la Roma ci è andata piuttosto bene…». Uno di quei giudizi che rischiano di motivare oltremodo gli avversari, con tutto che era semplice cronaca, ben prima della Coppa Italia vinta in rimonta da Murgia e compagni. Domani, alle 18, l’ennesimo capitolo di una sfida che da tre anni è quasi sempre decisiva.

A GUBBIO – Come lo fu l’ottavo di finale del 2001: Bollini in panchina con la Lazio, Roma eliminata, proprio come 11 anni dopo, a Gubbio. La Lazio nel 2012 non è diventata campione d’Italia, ma i campioni in carica, rinforzati dagli acquisti di Tallo e Nico Lopez, li fece fuori lo stesso. Due laziali di oggi in campo (Cataldi e Onazi), nessun romanista, perché i migliori ’92 e ’93 (più Verre, ’94 precoce) sono in giro per l’Italia a farsi le ossa. Vantaggio di Zampa, pareggio di Viviani, prima dei gol di Emmanuel (nigeriano, arrivato insieme a Onazi) e Rozzi. Peccato solo che quella Lazio non avrebbe vinto lo scudetto, fermata in finale dall’Inter passata a stagione in corso da Stramaccioni a Bernazzani, l’Inter di Mbaye, Crisetig, Benassi (in panchina), Livaja e Longo. Ma sarebbe stata solo questione di tempo.

A SANTARCANGELO – Paradossalmente, l’anno dello scudetto della Lazio (il 2013) è l’unico senza derby decisivi: Cataldi, che nella finale contro l’Atalanta segnò due reti, ci ha ripensato ieri in un’intervista al sito della Lega. «La sconfitta dell’anno prima mi diede la forza di riprovare a vincere l’anno dopo – spiega dal ritiro dell’Under 21 –. Arrivati alle fasi finali nel 2013 avevo un solo obiettivo: portare uno scudetto a casa dopo 12 anni fu bellissimo». Non fu bello, per la Lazio, veder svanire quello del 2014 in semifinale, dopo aver vinto quello che in epoca moderna resta forse il derby più incredibile. Roma avanti 2-0 nel primo tempo (gol di Adamo e Taviani), Lazio in 10 per l’espulsione di Lombardi poco dopo il 2-1 su rigore di Elez. Eppure, vinse Inzaghi grazie ai gol di Minala e Murgia, prima di veder svanire il sogno scudetto in semifinale contro il Torino, nel giorno della paura per Luca Crecco, che proprio ieri è stato operato per la rimozione di una placca che gli era stata applicata alla clavicola sinistra fratturata quella sera.

ALL’OLIMPICO – Se il derby di Santarcangelo di Romagna era stato il più incredibile, quelli dell’Olimpico sono stati i più sentiti: per moltissimi, un momento irripetibile. In campo, tutti i protagonisti di domani tranne due: uno, Sanabria, che non lasciò il segno, e l’altro, Oikonomidis,che invece la partita la decise da solo, rimontando nella gara di ritorno con una doppietta l’iniziale vantaggio acquisito dalla Roma con Verde, rigore sbagliato ma ribadito in rete. Quello del 24 aprile resta l’unico derby vinto dalla Roma dal 19 febbraio 2011 a oggi, l’unico reso inutile e superato dagli eventi del primo maggio.

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