La Primavera e il serbatoio capitolino dimenticato

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Il Messaggero (M. Ferretti) – Che cosa si chiede ad una squadra Primavera: vincere gli scudetti oppure formare giocatori buoni per la prima squadra? La seconda, ovviamente. In casa Roma, ultimamente, né l’uno né l’altro (ma la finale di Youth League è un grande traguardo). L’ultimo scudetto Primavera, ad esempio, risale all’estate del 2011: era la Roma di Florenzi, Viviani, Verre, Caprari, Antei, Sabelli, Barba e Ciciretti, tutta gente che ha fatto del calcio una professione. Tutti ragazzi cresciuti nel settore giovanile di Trigoria, la maggior parte dei quali romani (e romanisti). A seguire, la Roma, che da almeno tre stagioni ha affidato la gestione della Primavera direttamente al ds Walter Sabatini e al suo fidato collaboratore Frederic Massara, ha cambiato radicalmente strategia, puntando fortissimo su giovani stranieri con lo scopo di testare le loro qualità direttamente in funzione della prima squadra. Insomma, nella Primavera di Alberto De Rossi non soltanto ragazzi arrivati a Trigoria da Pulcini e cresciuti nel settore giovanile giallorosso ma giovanotti di ogni nazionalità – e spesso al limite d’età per la categoria – all’esordio con la Roma.

LE SCELTE – Finora le cose, non sono andate bene (nel campionato appena concluso hanno esordito con Rudi Garcia solo Pellegrini e Verde, vecchie conoscenze del Bernardini), ma dato che gli investimenti non sono stati alti la strategia ci stava. Più un flop tecnico che economico, in parole povere. Riassunto acquisti: stagione 2012-13, Svedkauskas (Lituania, portiere), Somma (Italia, difensore), Yamnaine (Francia, difensore), Bumba (Romania, attaccante), Vina (Romania, attaccante), Ferrante (Argentina, attaccante), Lucca (Brasile, centrocampista), Leonardo Viera(Brasile, difensore), Marciel Silva (Brasile, centrocampista), N’Dah (Senegal, centrocampista); 2013-2014, Boldor (Romania, difensore), Balasa (Romania, difensore), Berisha (Svezia, attaccante), Marin (Romania, difensore), Tibolla (Italia, centrocampista), Di Mariano (Italia, attaccante) Radonjic (Serbia, attaccante), Vestenicky (Slovacchia, attaccante), Cedric Tchoutou(Camerun, attaccante), Tugui (Romania, attaccante); 2014-15, Anocic (Croazia, difensore), Ndoj(Albania, centrocampista), Machin (Spagna, centrocampista). Tanti sono arrivati, pochissimi sono rimasti. Come dire: Sabatini e Massara ci hanno provato, ma complessivamente la mossa non si è rivelata azzeccata o fortunata. Ecco perché, visti i precedenti (Totti, De Rossi, Florenzi, per restare nell’attualità), non sarebbe male recuperare qualche talento romano in più. Il serbatoio capitolino, si sa, storicamente ha pochi uguali.

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