Prima soffre poi dilaga. Icardi show, l’Inter ribalta la Roma

La Stampa (G.Buccheri) – Ci vorrà del tempo perché il pubblico di Roma possa metabolizzare una notte un po’ folle e con poca logica. La squadra giallorossa gioca e lo fa bene per un’ora: un gol (Dzeko l’autore), tre pali e qualche occasione sprecata. Ma vince l’Inter. E il successo nerazzurro, nel finale, assume contorni netti: un doppio Icardi e Vecino restituiscono linfa all’autostima di un gruppo in costruzione, ma già segnato dalla personalità del suo allenatore. Spalletti è stato abile a rimediare, in parte, all’errore di partenza: un’Inter con poco equilibrio, ma soprattutto poche idee là in mezzo. Poi, complice la dea bendata, la svolta: in tempi recentissimi i nerazzurri si sarebbero sciolti davanti a tanta forza d’urto avversaria, ieri sera no, hanno tenuto la barra dritta fino all’esplosione del suo capitano, mai a segno all’Olimpico prima della doppietta che dà la scossa ai compagni (Icardi vola in testa alla classifica dei bomber insieme a Dybala).

IL VALORE DI UN BOMBER – La notte di Spalletti era cominciata come era finito il suo ultimo pomeriggio romano, lo scorso maggio: fischi e nessuna riconoscenza da parte del pubblico. L’Inter si annuncia con una piccola, ma significativa novità rispetto al debutto, con i fiocchi, di una settimana fa con la Fiorentina: c’è Borja Valero nel ruolo di trequartista, con Gagliardini e Vecino a coprirgli le spalle. Perisic deve duellare con Juan Jesus, per l’occasione reinventato esterno destro di difesa e, da quella parte, l’avvio nerazzurro mette i brividi per la diversa attitudine dei due alla corsa. Il croato inventa, il giallorosso fa quello che può per arginarlo. Inter coraggiosa, Roma in apnea dicono i primi minuti di gara, ma è solo una fotografia del momento.

UN KO SENZA MOTIVI – Non appena la sfida deve dare i suoi primi verdetti, i nerazzurri sembrano perdersi là dove si costruiscono le proprie fortune. Vecino è un buon distributore di gioco, ma non tocca mai picchi da fuoriserie e Gagliardini si sgonfia sul più bello: così a salire in cattedra è il centrocampo giallorosso, costruito sull’equilibrio e la solidità. De Rossi non sbaglia un tocco, Strootman pure e Nainggolan è il solito incursore dalle mille facce. Risultato? La Roma avanza, guadagna spazio e punge: Perotti manda in tilt D’Ambrosio, Dzeko fa perdere le tracce alla coppia che dovrebbe disinnescarlo, Miranda più Skriniar.

CAMBI AZZECCATISpalletti sfrutta l’intervallo per disegnare una nuova Inter: fuori Gagliardini, spazio per Joao Mario con Borja Valero nuovamente nel cuore della manovra. Il copione non cambia, anzi: arriva il terzo palo giallorosso (stavolta tocca a Perotti dopo i legni di Kolarov e Nainggolan), ma arriva anche il colpo che non ti aspetti perché Icardi beffa Alisson e l’Olimpico. E’ in questo preciso momento che comincia un’altra partita: alla pari, ma con un attaccante, Icardi, che si impossessa del duello come solo i più grandi sanno fare. L’argentino completa il suo capolavoro con il secondo sigillo personale, Vecino esulta e Spalletti salta di gioia. Vince l’Inter, la Roma deve capire come ha perso.

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