Ponce e lo scudetto delle mille rivincite

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La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Il sogno è fare come Florenzi, che 5 anni fa ha prima vinto lo scudetto Primavera e poi è andato a Crotone a farsi le ossa prima di tornare a Roma da protagonista; l’obiettivo, molto più prosaicamente, è fare una grande partita domani, uscire dal campo col titolo di campione d’Italia e poi vedere. D’altronde, dicono che Ezequiel Ponce sia uno che ami vivere alla giornata, diviso tra l’inseparabile fidanzata Martina e l’altrettanto inseparabile fede in Dio. Gli sono servite entrambe, quando a metà stagione si è rotto il legamento crociato ed ha dovuto rinviare l’esordio in A e le luci della ribalta: si è operato, è tornato in Primavera e con due gol in due gare (a Entella e Inter) è stato decisivo per la finale della Roma.

REDUCE – In una squadra che, per due momenti di follia, è costretta a fare a meno di Sadiq e Tumminello, sarà lui a portare il peso dell’attacco contro la Juve: piede caldo, testa si spera meno, visto quello che hanno combinato i suoi compagni di reparto. Loro con la Roma hanno già esordito, Ponce contava di farlo nel finale di stagione e dovrà invece aspettare. Con ogni probabilità, però, non la prossima stagione, perché lui vuole giocare e Sabatini vuole mandarlo in prestito, per fargli fare gol ed esperienza, e riproporlo maturo a Spalletti. Al tecnico, però, l’argentino pagato 4,2 milioni, non dispiace, e allora a luglio lo aspetta a Pinzolo, dove avrà la possibilità di mettersi in mostra e magari dimostrare che, in fondo, in prima squadra può starci senza cercare fortuna altrove.

ROMA O CHISSÀ  Al Crotone piace, la Samp di Ferrero e Montella ha chiesto informazioni, lo Sporting Gijon vorrebbe ripetere la fortunata operazione Sanabria (prestito secco di un anno, poca spesa e massi­ma resa), anche il Cagliari si è detto disponibile a parlarne. Sabatini e Massara ascoltano e valutano, riflettono, decidono, prendono tempo in attesa di capire cosa vorrà fare Spalletti, e si godono un rendimento praticamente perfetto con De Rossi: 10 partite, 9 gol, difficile fare meglio, almeno fino a domani.

PROMESSE – C’è un trofeo da conquistare, una promessa da mantenere (sembra a Sabatini e al suo agente, Sabbag, ma per scaramanzia bocche cucite) e la mente non può che correre a quando, poche ore prima dell’intervento al crociato del ginocchio destro, chiese: «Ma ce la faccio a giocare le finali con la Primavera?». Gli risposero che dipendeva da lui, che le possibilità c’erano, e che se la Roma ci fosse arrivata lui sarebbe stato in campo. Era il 7 dicembre, il 4 giugno scenderà in campo da protagonista, esattamente come sperava sette mesi fa.

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