Plusvalenze, si riapre il caso. La Procura Figc: “Nuovo processo per la Juventus e altri otto club”. I bianconeri: “Noi corretti”

La Gazzetta dello Sport (E. Esposito) –  È stato uno scossone inaspettato e potente quello che ieri ha travolto la Juventus e non solo. E al centro ci sono di nuovo le plusvalenze. Ai sensi dell’articolo 63 del Codice di Giustizia Sportiva, la Procura federale ha notificato l’istanza di revocazione della sentenza di assoluzione della Corte Federale di Appello, lo scorso 27 maggio, nel processo sportivo sulle presunte plusvalenze fittizie e chiesto un nuovo processo alla luce della “sopravvenienza di elementi di prova nuovi che dimostrano e corroborano la sussistenza degli illeciti disciplinari (…) che, se conosciuti, avrebbero fornito al giudicante solida base per ritenere raggiunta la prova degli illeciti contestati”.

Nel mirino del capo della Procura Giuseppe Chiné non c’è solo la Juve con i suoi dirigenti, da Agnelli a Nedved (ormai ex dei bianconeri) e Cherubini, ma anche gli altri 8 club coinvolti in quel primo processo (Samp, Genoa, Pro Vercelli, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara), ad esclusione del Napoli, a cui venivano contestate violazioni nell’affare Osimhen estranee ai bianconeri e il Chievo ormai fallito. In tutto le persone chiamate in causa dalla Procura federale questa volta sono 52.

I nuovi elementi probatori sono emersi dall’attenta lettura delle 14mila pagine dell’inchiesta della Procura di Torino, studiate nel dettaglio da un vero e proprio pool. Se Tribunale federale e Corte federale d’Appello avevano contestato a Chiné l’impossibilità di avere un metodo certo per definire il valore reale di un giocatore, alla luce delle nuove prove quest’elemento diventa per la Procura marginale.

Nelle 106 pagine di impugnazione, Chiné porta elementi nuovi come intercettazioni telefoniche, intercettazioni ambientali, comunicazioni informatiche e documenti scritti a mano che – si legge – “dimostrano l’esistenza di un sistema, di una organizzazione, di una programmazione di budget di compravendita di calciatori effettuate non per motivi tecnici ma per ragioni esclusivamente collegate all’esigenza di conseguire, mediante artifizi, determinate risultanze economico-finanziarie”.

Dal “Libro nero” di Paratici alle intercettazioni di Cherubini, Agnelli e persino Allegri, sono tanti gli elementi nuovi che la Procura federale non avrebbe potuto acquisire prima. Adesso la Corte federale d’Appello ha ora fino a 30 giorni per convocare l’udienza e, immediatamente dopo una fase “prescindente” sull’ammissibilità della richiesta di revocazione, si passerà al processo che da subito coinvolge tutte le parti in causa.

In serata la Juve ha fatto un comunicato in cui ricorda le assoluzioni del primo processo e “confida di poter ulteriormente dimostrare la correttezza del proprio operato, l’assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il giudizio rispetto alla decisione della Corte federale di Appello e la carenza dei presupposti dell’impugnazione proposta”.

 

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