Il Romanista – DDR non parla. Gli altri troppo

 

Mercoledì De Rossi-Sabatini e Baldini, ieri Pjanic-Zeman. Da Trigoria voci ufficiali, a cinque giorni di distanza dal derby perso contro la Lazio, non arrivano. All’esterno il silenzio, della società e dei giocatori, per qualcuno è assordante e per qualcun’altro fondamentale. All’interno del Bernardini, invece, i confronti e i chiarimenti sono all’ordine del giorno. E dopo che due giorni fa De Rossi ha incontrato e parlato con la società, ieri è stato il turno di Miralem Pjanic. Il bonsiaco, di ritorno dalla trasferta con la nazionale bosniaca che ha affrontato e battuto l’Algeria, ha incontrato Zeman, che non vedeva da domenica: una stretta di mano, l’assicurazione, da parte del giocatore, che l’imprecazione dopo il gol non era rivolta a lui, e il sorriso da parte del boemo, che poi ha salutato Pjanic e si è dedicato all’allenamento. Il bosniaco anche, con la speranza che lunedì possa esserci per lui una maglia da titolare, viste le assenze e visto lo spirito con cui è entrato in campo al derby. Alla doppia seduta di ieri non ha preso parte De Rossi. Il giocatore sta lavorando a parte per cercare di sfruttare, quantomeno, le tre settimane di stop forzato per recuperare al meglio dal problema (tendinopatia achillea) che gli dà fastidio già da un po’.

Lavora e sta zitto, De Rossi. E questo vuole continuare a fare perché in questo momento preferisce così. Per il bene suo e della Roma. Se lui non parla, in città comunque si parla e sparla tanto di lui. Ieri mattina è bastato che Roberto Mancini venisse avvistato nei pressi dello studio Tonucci per dare il via al tam tam: «E’ venuto per portarselo via», oppure, «sarà lui il prossimo allenatore della Roma ed è venuto a dire che senza De Rossi non accetterà mai». Il mistero, ammesso che di mistero si trattasse, è durato appena qualche ora. Mancini era sì in centro a Roma, ma di passaggio prima di andare in aeroporto per tornare a Manchester. Era arrivato in Italia un paio di giorni fa per andare a trovare la famiglia nelle Marche e ieri è passato a Roma dove ha una casa. Punto. Fine del giallo.

Tra l’altro le sirene del mercato dicono che il City allenato da Mancini non sia più così interessato a Daniele. Un po’ perché scottato dal netto rifiuto di quest’estate, un po’ perché la permanenza dell’allenatore italiano sulla panchina dei campioni d’Inghilterra è tutto meno che certa. Certo, invece, è il fatto che sia Mourinho sia Ancelotti continueranno ad allenare Real Madrid e Psg. Sono loro i due tecnici più interessati al centrocampista giallorosso e sono loro che stanno alla finestra per vedere come si evolverà la situazione a Trigoria col passare delle settimane, dei mesi e, soprattutto delle partite. Dal Bernardini filtra infatti che De Rossi non vede l’ora di tornare in campo: stare fuori gli pesa sempre, farlo per la sciocchezza commessa nel derby è peggio anche se in questi giorni può sicuramente contare sull’appoggio dei compagni di squadra che sia pubblicamente (vedi Burdisso domenica oppure Balzaretti dal ritiro della Nazionale) non gli fanno mancare il loro appoggio. «De Rossi? Io non lascerei andar via. Era Capitan Futuro ed è diventato Capitan Futuro Anteriore», ha detto col sorriso sulle labbra il tifoso del Torino, Piero Chiambretti. «Probabilmente tra la Roma e De Rossi, e lo dico da osservatore esterno, forse si è rotto qualcosa e i soldi che incasserebbe la società con la sua cessione farebbero sicuramente molto comodo agli americani». Che si sia rotto qualcosa sembra fuori di dubbio, che sia impossibile aggiustarlo no. I margini ci sono ancora.
Il Romanista – Chiara Zucchelli

 

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti