Corriere della Sera – Pjanic va veloce: “Un’altra Roma con Andreazzoli”

«Andreazzoli ha riunito il gruppo. Sta parlando con tutti e sta dando fiducia a tutti. E questo si vede anche sul campo ». Miralem Pjanic non ha dubbi: ancor più del cambio di modulo — con il passaggio alla difesa a tre—la grande differenza tra la gestione di Zdenek Zeman e quella di Aurelio Andreazzoli sta in una parola sola e questa parola è «dialogo». Il centrocampista bosniaco è uno dei giocatori che con il cambio di allenatore ha migliorato il suo rendimento in campo. Questione di feeling e di posizione: «Tutti sono concentrati a prescindere se giochi dall’inizio oppure no. Siamo venticinque giocatori e tutti sappiamo che possiamo avere l’occasione di giocare. Secondo me Andreazzoli ha portato un bello spirito, una bella mentalità. Il ruolo da regista? Mi piace, non è nuovo per me. È una posizione in cui ho già giocato, ma tutto dipende da come si muove tutta la squadra. Posso anche giocare più alto o sull’esterno, sono decisioni del mister. È vero, però, che adesso mi sento molto bene. Del resto, quando si vince va tutto bene ».

Il nuovo ruolo di regista— quello che occupa nella nazionale della Bosnia Erzegovina, 39 presenze e 7 gol a 23 anni da compiere il prossimo 2 aprile — ha messo Pjanic al centro della squadra. Lo dicono le cifre. Contro la Sampdoria in 96 minuti: 4’ e 18″ di possesso palla, 99 palloni giocati (primo della squadra), 77 passaggi riusciti (primo), 34 giocate utili (primo), 3 tiri verso la porta (primo con Osvaldo, Totti e Lamela). Contro la Juventus in 70minuti: 2’ e 24″ di possesso palla, 61 palloni giocati (terzo dopo Totti e De Rossi), 44 passaggi riusciti (secondo dopo De Rossi), 24 giocate utili (secondo dopo De Rossi), 3 tiri verso la porta (secondo dopo Osvaldo). Contro l’Atalanta in 72 minuti: 3’e 18″ di possesso palla, 77 palloni giocati (secondo dopo Bradley), 49 passaggi riusciti (secondo dopo Bradley), 20 giocate utili (primo), 4 tiri verso la porta (primo) e un gol segnato su calcio di punizione, una delle sue specialità. Dati particolarmente significativi anche perché in due occasioni su tre Pjanic non ha giocato tuta la partita. Questo può essere l’ultimo gradino da scalare e cioè garantire il massimo rendimento per tutti e 90 i minuti. «Mire», in realtà, su questo non è completamente d’accordo: «Io sto bene fisicamente e la squadra anche. Ora che è tornata la fiducia vogliamo continuare così, cercando di riprendere i punti che abbiamo perso all’inizio del 2013. Punti che potevano cambiare tanto, ma è meglio non pensarci perché ne abbiamo lasciati per strada troppi in partite abbordabili. Però, alla fine siamo ancora lì con agli altri, che non sono così vicini ma nemmeno tanto lontani. Adesso dobbiamo fare tanto per recuperare, ma la mentalità vista nelle ultime due partite è quella giusta e così dobbiamo continuare.
Corriere della Sera – Luca Valdiserri

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