Roma e Miralem, ora va tutto secondo i Pjanic

AS Roma v ACF Fiorentina - Serie A

Dopo la straordinaria doppietta di venerdì scorso, il match-winner della sfida con i partenopei Miralem Pjanic si è giustamente, e finalmente, guadagnato gli onori  della ribalta che spettano ad un calciatore della sua classe probabilmente per la prima volta da quando, nell’estate del 2011, atterrò nella Capitale.

La storia tra Pjanic e la Roma, infatti, non è stata propriamente semplice nel corso dei primi due anni per diversi motivi, tra colpe ascrivibili al ragazzo e impieghi in ruoli non adatti al bosniaco. Voluto fortemente dall’allora dg giallorosso Franco Baldini e acquistato dal Lione per la cifra di circa 11 milioni di euro, il centrocampista di Tuzla fu salutato come uno dei colpi più importanti di quella sessione del mercato giallorosso. Il talento del ragazzo classe ’90 era noto a tutti gli addetti ai lavori e vista anche l’età ancora giovanissima, nonostante la già ampia esperienza anche europea maturata, si iniziò sin da subito a parlare di Pjanic come una delle punte di diamante della squadra che sarebbe stata disegnata da Luis Enrique.

Nel suo 4-3-3 barcelonista il tecnico asturiano ritagliò per Miralem il ruolo di interno di centrocampo con propensione alla spinta e agli inserimenti senza palla. In realtà Pjanic era sempre stato un trequartista, un calciatore geometrico, un uomo da ultimo passaggio libero di svariare e cercarsi la posizione più adatta in campo secondo il proprio istinto calcistico. L’eccessivamente lento tiki-taka dell’allenatore spagnolo, gli scarsi compiti ricevuti nella costruzione del gioco, affidati piuttosto a De Rossi che rimaneva in una posizione molto più bassa, e una squadra che ben presto naufragò nelle proprie incertezze resero la prima stagione di Pjanic in giallorosso non proprio positiva.

Lo scorso anno con l’avvento di Zeman sulla panchina della Roma si pensava che il bosniaco potesse rappresentare il perfetto interno di centrocampo per l’ideale di calcio del boemo. Alcuni pesanti dissidi tra i due, una forma fisica spesso apparsa precaria e la sensazione di non sentirsi mai realmente coinvolto nel progetto tecnico hanno invece fatto diventare un incubo per Pjanic la coesistenza con l’ex profeta del Foggia dei miracoli.

Durante la breve gestione tecnica di Andreazzoli le cose non cambiarono in maniera sostanziale, così Miralem e la Roma in estate pensano seriamente di lasciarsi e neppure tra troppe lacrime. A Londra c’è il suo vecchio estimatore Franco Baldini, ormai partito in direzione Tottenham, pronto a riaccoglierlo nel proprio team mentre a Madrid ‘El Cholo’ Simeone vorrebbe affidargli le chiavi del centrocampo dei Colchoneros. La società e Pjanic ci pensano, fino a quando sull’argomento viene interpretato Garcia. Il ‘no’ del tecnico transalpino è netto e non ammette repliche. ‘Il ragazzo non si muove perchè è uno dei cardini del mio progetto tecnico, piuttosto sacrifichiamo Lamela’. Detto, fatto. Lamela vola in Premier da Baldini e Pjanic, rinfrancato dalla stima percepita dall’allenatore, resta a Trigoria.

Il resto è storia di oggi, con un ragazzo che oltre alla convinzione ha trovato finalmente anche la giusta posizione sul terreno di gioco, una sorta di ‘elastico’ in mezzo al campo che gli permette tanto di andare a prendere il pallone a ridosso della difesa per costruire il gioco quanto di trovarsi nella ‘zona calda’ avversaria per dettare i tempi delle imbeccate decisive per i compagni.

Sono serviti due anni e mezzo ma si può dire finalmente che ora per la Roma e per Miralem sembra stia andando davvero tutto secondo i Pjanic.

 

Matteo Luciani

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