Perotti: “Ogni volta che tiro un rigore mi dico che sono il migliore. Non ho paura quando li calcio”

Quando sul dischetto di rigore si avvicina Diego Perotti al 90% la palla finirà in porta. L’argentino dagli undici metri è quasi infallibile e ha voluto raccontare il suo rapporto con questo fondamentale in un’intervista a DAZN. Queste le sue parole:

“Lo vivo in maniera tranquilla. Ovviamente a volte dipende dal risultato, in che minuto arriva, e può cambiare un po’ l’emozione. Lo vivo come una cosa normale dentro il gioco. Ho fiducia sempre di poter segnare. Quando vado a calciare un rigore faccio sempre le stesse cose, sono molto scaramantico. Metto il buco della palla verso la porta, avvicino il piede con cui calcerò, guardo l’arbitro aspettando che fischi, guardo il portiere prima ma non lo guardo troppo. Quando l’arbitro fischia comincio a guardare la palla, piano piano, non vado troppo veloce così ho il tempo di fare un piccolo salto dove alzo la testa e ne approfitto per guardare il portiere. Non scelgo l’angolo, provo a vedere il movimento che fa il portiere e cerco di tirarla nel lato opposto. Anche se il portiere si butta certe volte non ce la fa ad arrivare. Non ho bisogno di guardare la palla prima di calciare perchè nella mia mente so dov’è. Ce l’ho il senso di dove è la palla. Fino ad adesso è andata bene. Vediamo se ora con questo portiere riesco a fare gol (il figlio ndr)”.

Li tiravi anche da bambino?

Onestamente da bambino non ho tirato tanti rigori. Quando giocavo nelle giovanili non ero il responsabile dei rigori. Ho iniziato da professionista.

Quando hai iniziato a tirare i rigori?

Ho cominciato con un amico portiere a Siviglia. Ho iniziato a calciare con lui, a vedere in che modo potevo avere più vantaggi. Ho iniziato con lui e poi ho modificato perché a volte ho iniziato a calciare camminando mentre adesso faccio più veloce. Dopo che mi hanno parato un rigore ho pensato di modificare il mio modo di calciare per correre meno rischi e in questa nuova maniera mi trovo meglio.

Cosa pensi prima di calciare?

Io ogni volta che vado a calciare penso di essere il migliore. Appena prendo la palla mi dico che farò gol, che sono il migliore nel calciare i rigori. Mi do fiducia mentalmente. Ultimamente con il Var mi è capitato di dover aspettare qualche minuto dove ovviamente la tensione aumenta. Approfitto di quel momento per darmi fiducia e per dirmi che la palla andrà dentro.

Il rigore in cui hai avuto più paura?

Non so se è paura. Il rigore nel derby all’Olimpico, nel secondo tempo e sullo 0-0. Ho calciato camminando. Il portiere non ha fatto mosse molto evidenti ma l’ho calciato bene perché è andato all’angolo. È servito per sbloccare la partita e poi per fortuna abbiamo vinto.

Quest’anno?

Contro la Juventus perché il portiere era Szczesny e lui mi conosce. Gli ho tirato tanti rigori in allenamento e me ne ha parati tanti. è bravissimo sui rigori perciò ero nervoso.

L’ultimo rigore?

L’ultimo rigore contro il Verona è stato molto particolare. Non venivo da un buon periodo, mi ero fatto male, non ero più titolare e quando ero entrato non avevo fatto bene. Contro il Verona entro al posto di Kluivert che si fa male al primo tempo. Entro a freddo, senza neanche riscaldamento. La prima palla che ho toccato ho provocato un gol per gli avversari che poi il Var ha annullato. Se avessimo preso un gol per colpa mia sarebbe stata dura per me, a livello personale. Dopo 10-15 minuti arriva questo rigore. In campo c’erano sia Kolarov che Veretout ma non ci ho pensato due volte. Ho preso la palla perchè alla fine è quello che conta. Io calcio i rigori e non mi posso tirare indietro perchè le cose non stanno andando bene. Non sarebbe onesto da parte mia. Io sono quello che calcia i rigori nella Roma, dovevo prendere la palla e soprattutto fare gol.

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