Perché è comunque una lezione per Pallotta

Corriere dello Sport (A.Vocalelli) – La Spagna ci ha costretti allo spareggio Mondiale e sappiamo com’è finita. La Spagna ci ha sbarrato la strada in Champions: con i tre gol del Real di un fenomenale Ronaldo e i quattro gol del Barcellona di un Messi assolutamente impalpabile. Già, in chiave Roma è proprio questo il rimpianto o forse è proprio questa la lezione: una Roma tra le migliori di quest’anno contro uno dei peggiori Barcellona ha preso comunque quattro gol. Certo, pesano le decisioni dell’arbitro – un rigore nettissimo negato e un altro al limite – però sarebbe fuorviante parlare solo di questo. La realtà è che la Roma si è fatta due autoreti, ha sbuffato e lottato come più non poteva, ma alla fine – appena segnato il gol della speranza con Dzeko – si è ritrovata con lo stesso scarto finale. Il risultato è probabilmente bugiardo, ma è sincera la fotografia di una stagione – e non c’entra questa partita – che a meno di un miracolo all’Olimpico tra sei giorni si ridurrà nella difesa del terzo posto. Troppo poco per una squadra che da sette anni non alza un trofeo e – senza perdere di vista il finale di stagione – deve comunque cominciare a guardare al futuro. Per crescere, migliorarsi. E Pallotta, che anche ieri ha lasciato da sola la sua Roma, farebbe bene a dare una mission diversa ai dirigenti, per evitare che il primo bilancio da salvare sia sempre quello economico e non quello sportivo. E per fare in modo che una delle migliori Roma – e questo assolve un sincero e bravissimo Di Francesco – riesca in futuro a ottenere molto di più, quando incontra un Barcellona a ritmo lento e con il suo fuoriclasse in giornata no.

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