Pellegrini: “Orgoglioso che Fonseca mi veda come prossimo capitano. Per il rinnovo di Dzeko sono stato più di un martello”

Lorenzo Pellegrini, centrocampista della Roma, è stato intervistato da Sky Sport ed ha parlato anche del ritorno in campo della Serie A. Queste le sue parole:

Cosa potrebbe rappresentare la ripresa del calcio?

Riprendere la Serie A e gli allenamenti sarebbe anche un modo per stare vicini ai nostri tifosi. Visto il momento difficile, in cui devono restare a casa, potrebbero anche passare il tempo diversamente. Poi il calcio è la nostra passione e il nostro lavoro, quindi ci piacerebbe riprendere il prima possibile.

Cosa pensi delle varie prese di posizione dell’Assocalciatori?

Penso che l’Assocalciatori stia rappresentando alla perfezione quella che è la nostra volontà. Nessun calciatore vuole mettere a rischio la salute di nessuno: degli italiani, di chi lavora vicino a noi, di noi stessi e delle nostre famiglie. La nostra richiesta al momento è quella di permetterci di fare attività nei nostri centri in totale sicurezza, individualmente, come penso che sarà richiesto nel protocollo che sta preparando l’Assocalciatori. Vogliamo cercare di iniziare piano piano, mettendo un piccolo mattoncino alla volta in totale sicurezza e poi vedere quello che succederà più in avanti, sperando in un miglioramento generale per tutta l’Italia, oltre che per il calcio.

Ce la farà la Serie A a ripartire? Qual è il messaggio che vuoi lanciare?

Me lo auguro per me, per i miei colleghi e per tutti i tifosi. Le emozioni che questo sport ci dà sono esclusivamente merito dei tifosi. Ci manca giocare e divertirci in campo, ma anche l’appoggio e la spinta che un tifoso ti dà allo stadio, con un messaggio, un coro. In questo momento è evidente che prima del calcio bisogna pensare alle persone che stanno male, ma dal mio punto di vista dico che per ripartire tutti quanti insieme bisogna che riparta anche il calcio attraverso dei piccoli step e uno di questi, fondamentale, è quello che ci venga permesso di tornare nei nostri centri sportivi per allenarci.

Che ruolo hai avuto nell’accordo che avete raggiunto con la società, anche per rinunciare a delle mensilità…

Abbiamo raggiunto l’accordo per andare incontro alla società, nonostante in una squadra ci siano tante emozioni contrastanti tra chi è contento e sa di rimanere e chi pensa che magari possa andare via, però nessuno di loro ha fatto alcun tipo di problema ed è stato talmente tanto semplice che nessuno di noi ha avuto un ruolo più importante o meno importante perché abbiamo deciso tutti quanti e tutti insieme. Questo è quello che fa una squadra vera secondo me e noi siamo una squadra vera.

Fonseca ha annunciato un’investitura su Lorenzo Pellegrini capitano nel post Dzeko…

Alle parole bisogna dare un peso, quindi è importante vedere chi le dice determinate parole. Con il mister ho un bellissimo rapporto e ho una grande stima di Fonseca, sicuramente sentir dire queste cose da lui mi rende molto orgoglioso.

E’ vero che sei stato un “bel martello” la scorsa estate quando Dzeko era vicino all’Inter per convincerlo a restare?

Forse martello è poco (ride, ndr). C’è stato un momento in cui parlavo più con Edin che con mia moglie a casa, che tra l’altro era incinta e stava quasi per partorire. Quindi è stato un po’ un momento così, ci siamo visti anche fuori dal campo e continuavo fino a che non mi ha detto in anteprima che avrebbe rinnovato e si era messo d’accordo con la società. Io sono stato felice come se avessi rinnovato io.

Il forte senso di appartenenza ti lega tanto alla Roma…

E’ normale. Io qui sono cresciuto e nato, ho tutta la famiglia della Roma. E’ evidente che sento una cosa diversa magari da quello che sentono gli altri. Sono orgoglioso di far parte di questa società che ha dimostrato di avere un cuore grande. Mai come quest’anno mi rispecchia questa cosa.

Quanto ha inciso tuo papà per la carriera?

Si aspettava da me sempre di più e mi ha fatto capire che anche io non mi dovevo accontentare. E’ stato un grande maestro e lo è ancora, ho un bel rapporto con lui. Parlo anche di calcio, lui mi chiama dopo la partita e mi dice quello che pensa. Ha avuto un ruolo fondamentale nella mia vita.

E Montella?

E’ stato l’allenatore che mi ha insegnato a fare il centrocampista. Vincevamo ogni partita, 28 partite e 28 vittorie. Poi è andato in Prima Squadra ma abbiamo un bel rapporto.

Bruno Conti, hai preso la maglia numero sette. Gli hai chiesto il permesso?

Sono stato un po’ maleducato perchè non gli ho chiesto subito il permesso. Anche lui è stato fondamentale per me alla Roma, ogni volta glielo dico che l’ho presa solo in prestito, ma lui è felice che la porti io.

Il tuo esordio in Serie A, cosa ricordi?

Tutto, quando eravamo in hotel e mister Garcia, che sento spesso e saluto, passò in camera e mi disse che poteva essere una grandissima giornata. Passava in ogni stanza e non mi aveva detto mai quelle parole. Venivamo da qualche partita così e siamo riusciti a vincere.

Con te c’era De Rossi…

E’ stato sempre un punto di riferimento per me. I due anni passati insieme sono stati meglio di come me li aspettavo. Ti innamori dell’uomo, oltre che al calciatore. E’ incredibile e ci sentiamo ogni tanto, mi fa sempre piacere sentirlo. Giochiamo anche anche alla Play ma lui è scarso (ride, ndr).

Hai fatto tantissimi assist e si dice “imbucata alla Totti”…

Mi rende orgoglioso questa cosa, mi fa piacere. Solo pensarla una cosa del genere mi fa piacere. Francesco è una leggenda e nessuno sarà come lui. Mi metto a disposizione per la Roma e faccio sempre il massimo.

Hai mai pensato di non tornare più a Roma quando sei andato al Sassuolo?

Sono andato al Sassuolo con la serenità di un ragazzo di 19 anni che andava lì per crescere e tornare a casa più forte.

Un tuo difetto?

In campo sicuro devo migliorare nella parte difensiva. Soprattutto vorrei fare qualche gol in più.

La piccola Camilla cresce, ha cambiato tanto la tua vita?

Si, è incredibile come ti cambia la vita. Non credevo di poter provare questo amore verso di lei, invece è una cosa inspiegabile. Ora farà un anno e il tempo è volato. Lei ogni giorno fa una cosa nuova, inizia a dire qualche parolina.

Che cosa ti sarebbe piaciuto fare se non avessi fatto il calciatore?

Non ti so rispondere, nella mia testa c’è stato solo fare il calciatore. Se non avessi fatto il calciatore forse avrei fatto il maestro d’asilo.

La Nazionale…

E’ un’emozione grande perchè ho la possibilità di rappresentare la mia città e la famiglia. Avere questa fortuna è un privilegio e non mi potevo aspettare nulla di meglio, poi non bisogna mai accontentarsi.

Ti sono sempre piaciuti Gerrard e Lampard, chi di più?

Gerrard perchè mi ha sempre fatto impazzire. Mi piaceva come si muoveva, la sua eleganza, il modo di toccare il pallone ed era concreto.

I tuoi sogni per la Nazionale, l’Europeo?

Possiamo vincerlo, stiamo facendo un percorso di crescita e abbiamo un altro anno, purtroppo devo dire, per crescere e migliorare tutti quanti. Il mister voleva aprire un nuovo ciclo con tanti giovani e infatti è così. Questo ci aiuta anche ad essere un gruppo più unito, senza nulla togliere ai più grandi. Siamo un bellissimo gruppo dentro e fuori dal campo. Abbiamo dimostrato di essere una grande squadra e andremo per dire la nostra.

Con chi hai legato di più?

Mi trovo bene con tutti. Quelli con cui sto di più sono Florenzi, poi con Belotti e Immobile. Stiamo sempre insieme, ma sto bene veramente con tutti. Sono fortunato perchè non mi viene in mente qualcuno con cui non mi trovo bene. Sono orgoglioso di far parte della Roma e della Nazionale.

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