Pellegrini: “Per noi romani il derby è sempre difficile. Sul gol ho usato l’istinto, importante segnare subito dopo il pari” – VIDEO

Lorenzo Pellegrini, uomo decisivo nel derby con un gol di tacco e un assist vincente per Fazio, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Roma Radio. Queste le sue parole:

Questa notte quanti secondi hai dormito?
Pochi, pochissimi (ride, ndr).

Com’è un risveglio dopo aver vinto il tuo primo derby?
E’ bello, è fantastico anche perché era l’esordio nel derby. Vincerlo segnando e facendo una grande partita tutta la squadra è magnifico. Poi in un momento in cui ci serviva vincere al di là del derby. Insomma vincere il derby è ancora più bello di quanto possa ipoteticamente esserlo.

Quanto tempo ha avuto per realizzare che stavi per esordire in un derby?
A dire la verità zero, perché sembrava che il Flaco dovesse bere o chiedere qualcosa, non sembrava assolutamente che stesse male anche perché secondo me stava giocando un’ottima partita fino al momento in cui si è fatto male. Dopo di che mi hanno detto: “Vatti a scaldare”. Sono andato, ho fatto un allungo e mi hanno richiamato in panchina. Quindi forse è stato meglio così.

Ieri nel dopo-partita Di Francesco ha dichiarato che in settimana ti aveva detto che avresti potuto giocare o in sostituzione di De Rossi o di Pastore. Da un lato eri preparato, ma forse in una partita come il derby è anche meglio non pensarci?
Sì sicuramente sì, come ho detto adesso non c’è stato molto tempo per pensare o per riscaldarsi. Il mister mi aveva già detto che probabilmente sarei entrato. C’erano queste due possibilità anche perché Daniele stava un po’ così e così, Flaco era rientrato da poco e poteva non avere i 90 minuti. Forse questo ti aiuta mentalmente a preparare la partita.

Sei entrato bene. Hai sentito che era la giornata in cui la palla ti usciva bene dal piede?
Sì. Quando succede così lo vedi, lo senti, lo percepisci. Mi sono subito sentito bene. Secondo me è difficile e complicato, perché c’è tanta gente allo stadio e poi si sa che il derby per noi romani è un po’ particolare, anche per come lo vive la nostra famiglia, per tante cose. Ma mi sono sentito subito bene, avevo tanta voglia di fare. E ieri devo dire la verità che ieri mi sono veramente divertito in campo. Di questo sono contento.

Hai giocato in una posizione un po’ diversa dal solito…
Sicuramente un ruolo diverso in tante cose dalla mezzala, ma in tante cose anche similare. Il fatto di giocare tra le linee, di accompagnare l’azione. Forse da trequartista si è più liberi di inserirsi, sai che dietro ci sono due tuoi compagni a centrocampo che possono rimediare. Sei un po’ più libero dalla fase difensiva, che comunque va fatta lo stesso perché va fatta tutti e undici, non è quello il problema. Mi piace molto giocare lì, ma non è che posso giocare solo in una posizione. A centrocampo penso di poter immedesimarmi in tutti i ruoli, di questo sono contento. Ci sono cose che riescono meglio ad altri miei compagni, questo non lo possiamo sapere. Però devo dire che mi piace giocare lì, c’avevo già giocato a Sassuolo con il mister quando c’è stato un momento con tanti infortuni e siamo stati costretti a cambiare modulo e ho fatto il trequartista. Devo dire che non mi dispiace giocare lì.

Nel momento del gol hai avuto tempo di pensare o è stato istinto?
L’istinto mi ha detto che potevo fare solo quello. Era stato un po’ un rimpallo, avevo Caceres mi pare subito a sinistra e ho visto con la coda dell’occhio che stava arriva un altro difensore, non mi ricordo sinceramente chi era. Quindi ho detto: “Faccio così e speriamo che entri”. Ed è entrata per fortuna (ride, ndr).

Sul pallone della punizione di Kolarov c’eravate tu e lui. Hai avuto più o meno del 5% di possibilità di battere la punizione?
Forse per intelligenza e logica la percentuale era ancora più bassa del 5% (ride, ndr). Da quella posizione, da lì vicino serve una fucilata sul palo del portiere come quella ha tirato Alex. E ovviamente tra me e lui, è più adatto lui a tirare una fucilata sul palo del portiere. Sono contento per Alex, perché se lo merita. Oltre ad essere il giocatore che tutti conosciamo, è anche una grande persona e un grande ragazzo. Ci ha fatto bene segnare subito dopo il pareggio, ci ha reso ancora più cattivi e ancora più vogliosi di portarla a casa. E’ stato veramente importantissimo il gol di Ale.

Da Bologna a ieri. Cosa è scattato nella vostra testa in una settimana?
Bah, diciamo che secondo me non eravamo scarsi prima e non siamo fenomeni adesso. Sicuramente quello che ci ha aiutato è stato anche guardare la classifica. Noi parliamo di questo tutto il giorno. Stare in una parte di classifica che secondo noi non meritavamo di essere ci ha fatto probabilmente scattare un po’ di voglia di rivalsa, di far capire a tutti quanti che noi abbiamo voglia di fare, abbiamo voglia di fare bene. Abbiamo vinto due partite, non è che il campionato è finito. Ci sono altre mille partite da giocare e dobbiamo continuare a dimostrare quello che abbiamo dimostrato in questa settimana.

A proposito di Kolarov: ieri De Rossi ha svelato che ha giocato con un dito del piede fratturato. Anche Daniele stesso è dovuto uscire per un ginocchio aveva dei problemi. Avete sofferto insieme quando le cose andavano male, ora insieme vi state tirando su…
Certo. Il discorso del grande uomo, della grande persona, che avevo fatto riferendomi ad Alex era anche per questo. Noi sappiamo di tante cose e tante dinamiche che succedono in campo che magari fuori non si sanno. Se Daniele non l’avesse detto, non si sarebbe saputo che Alex ha giocato con con un dito del piede fratturato. E’ comunque un grande gesto, non perché ha giocato con un dito del piede fratturato, ma perché non ha mollato, c’è stato per la squadra, non ci ha messo in difficoltà. Questa è una cosa che vedo in tutto questo gruppo. Siamo veramente un bel gruppo, unito. Nonostante i momenti di difficoltà, il gruppo non si è mai disunito, non è stato mai brutto vivere questo gruppo all’interno. E’ stato sempre bello e positivo, soprattutto per noi giovani che abbiamo da tanto imparare. Questi sono gli atteggiamenti giusti da cui imparare. Quello di Kolarov, ma anche quello di De Rossi che stava poco bene ma comunque ha voluto far parte della partita.

Bastano un po’ di partite storte e si dice che i giocatori sono contro l’allenatore, poi si vince e cambia tutto. Le cose sono diverse da dentro?
Sì, assolutamente, sono più semplici. Dal mio punto di vista noi non dobbiamo cercare una soluzione, dobbiamo semplicemente ritrovare un attimo la semplicità e la serenità nel fare le cose e continuare a lavorare sempre. Almeno io credo in questo. Per me parlare troppo forse è un po’ sbagliato a volte. Noi facciamo questo lavoro dall’interno, penso che questo sia l’atteggiamento da tenere. E’ normale che ognuno fa il suo lavoro, c’è chi comunque deve cercare una soluzione. Anche all’interno, non parlo soltanto dell’esterno. Ma noi che siamo i giocatori che devono andare in campo, l’unica soluzione che dobbiamo trovare è stare al 100% fisicamente e mentalmente. Non credo tanto al ‘ce l’ha con l’allenatore o col compagno di squadra’. Ci sono tante dinamiche, positive e a volte negative. Sarà sempre così: se un giocatore non gioca, je rode il culo. Sempre. Queste cose sono la normalità. Non esistono tutte le cose che vengono detto. Noi dobbiamo sempre pensare a fare solo il nostro ruolo.

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