Pastore: “Sono migliorato sia fisicamente sia mentalmente, grazie anche a Fonseca. Sono all’80-90% dopo sei partite”

Javier Pastore, centrocampista della Roma, ha risposto alle domande social dei tifosi lanciate attraverso l’hashtag #AskPastore. Queste le sue parole:

Come stai?
Bene, molto bene, felice per questo mio momento personale. Sto giocando molto di più dello scorso anno. Sono molto contento ma sono anche dispiaciuto per le ultime due partite che non ci volevano. Ma stiamo giocando molto bene e di rientro dalle nazionali faremo vedere cose molto buone. Sicuramente, stiamo lavorando per quello.

In che percentuale di forma ti senti?
Mi sento molto bene, sicuramente 80% o 90%. Fisicamente mi sento così. Dopo sei partite di seguito ogni tre giorni mi sento molto bene, quello ti dà la forma fisica.

Te lo aspettavi?
Sinceramente no, non lo facevo da tanto. Gli infortuni degli altri compagni mi hanno dato il posto e ho dovuto giocare io. Ma mi hanno gestito bene negli allenamenti per arrivare a stare bene nelle partite e sono molto felice di essere riuscito a farlo.

Il tuo miglioramento è fisico o mentale?
Tutte e due sicuramente. Dal punto di vista mentale è stato molto importante Fonseca quest’anno, per il rapporto che ha con i giocatori. Questo mi ha aiutato tanto, mi ha fatto spingere e allenare molto meglio. Ma sicuramente tutte e due. Un giocatore non gioca solo con il fisico, si gioca anche con la testa. Contano i momenti della vita e della carriera, sono in un momento molto bello dove ho tanto piacere ad allenarmi e giocare.

Quando hai iniziato a giocare?
Da quello che mi ricordo so che avevo quattro anni e avevo sempre una palla da calcio sui piedi. Calciavo la palla a casa e a scuola, all’asilo. Mi raccontano sempre che avevo una palla in tutti i momenti. Mi piaceva fare solo quello. Poi ho cominciato ad allenarmi con un club a nove anni. A nove anni mi sono fissato con il calcio e andavo tutti i giorni dopo scuola a giocare a calcio. Andavo anche il sabato.

Quando hai iniziato a pensare di fare il calciatore?
A nove anni sognavo già di essere un calciatore e non pensavo ad altro. Tutti i miei sogni erano di giocare in prima squadra, fare un gol nella squadra dove giocavo, era un pensiero che avevo tutti i giorni. Ero malato di calcio. Tornavo da scuola andavo a fare l’allenamento lì, tornavo e andavo in strada a giocare con gli amici a calcio. Le mie giornate erano calcio al 100%.

Quanto eri più forte di loro?
Per fortuna nel mio quartiere tutti giocavano a calcio e tutti giocavano in altre squadre, eravamo una bella squadra, vincevamo sempre con gli altri quartieri a fianco perché eravamo forti.

Il Folkestone Invicta ti chiede se vuoi giocare con loro una partita questo sabato vista la pausa del campionato… 
No meglio allenarmi e riposarmi qua (ride, ndr). Un po’ lontano per andare a fare una partitina così. Gli faccio un in bocca al lupo.

La sfida più grande nel passare da Parigi a Roma?
Avevo tanta paura di lasciare una città come Parigi e di non trovare una città dove io e la mia famiglia saremmo stati bene come siamo stati lì per tanto tempo. Quella era una paura che avevo, ma niente. Dopo due mesi a Roma sinceramente ci siamo trovati molto bene e siamo molto felici con la mia famiglia. Abbiamo lasciato il passato in Francia che è stata veramente un’esperienza bellissima ma qui si vive molto bene.

Quando segni?
Devo parlare con i portieri (ride, ndr). Ultimamente ho creato tante occasioni e ho tirato tanto in porta. Di solito non faccio tre o quattro tiri in porta a partita sinceramente, ma in queste ultime partite li ho fatti e non sono entrati. L’importante è che abbiamo vinto quasi tutte le partite, tranne l’ultima. Ci proverò e mi allenerò di più, sperando che il primo arrivi. Quando arriverà il primo gli altri arriveranno da soli.

Ripensi alla parata di Sepe a Parma?
Sì tutte le occasioni che ho sbagliato, anche quella con Donnarumma, che me la ha parata molto bene, è stato molto dorte anche lui, mi rimangono sempre in testa. Non vivo per il gol ma quest’anno mi piacerebbe iniziare a segnare perché sto giocando bene, mi sento bene, e quando fai gol l’autostima sale tantissimo e ti aiuta a fare migliori prestazioni dopo. Arriveranno.

Qual è il tuo gol preferito a parte quelli con la Roma?
Uno dei miei gol preferiti è quello che ho fatto in Psg-Chelsea, Champions League. Sono entrato a sette minuti dalla fine della partita, ho fatto una bella anzione dove ne ho dribblati tre o quattro e ho fatto un bel gol. È uno dei miei preferiti.

La soddisfazione di un assist è paragonabile a un gol?
Sì, per me sì. Mi piace tantissimo dare degli assist. Per me è come fare un gol, se poi la squadra poi vince per quell’azione lì sono molto felice.

Meglio il gol di tacco con l’Atalanta o con il Frosinone?
Sono stati molto simili sinceramente, però penso con il Frosinone.

A nome dei tifosi romanisti ti dico che vanno bene anche con brutti…
Anche a me (ride, ndr). L’importante è che entra.

Calciatore argentino preferito tra quelli che hanno giocato alla Roma?
Alla Roma Batistuta, da piccolo era il mio idolo, lo seguivo sempre. Giocava in Nazionale, faceva tutti i gol. Per la mia generazione lui è stato un simbolo molto importante.

Ti ricordi un suo gol in particolare?
No, ne ha fatti tanti e tutti di forza. Giocatore molto molto bello da ricordare.

Sai giocare a gol?
No, sinceramente no. Sono andato con i miei fratelli in Argentina per passare una giornata, ma ho fatto trenta tiri per arrivare alla buca.

Qualcuno dice che devi migliorare ancora…
È giusto, se hanno seguito la mia carriera sanno che posso dare molto di più. È normale che i tifosi chiedano sempre di più. Lo faccio io con la mia squadra del cuore in Argentina, ma faccio anche questa professione. Allora immagino quelli che non giocano a calcio ma seguono la Roma che vogliano sempre di più. È uno stimolo importante per noi per continuare a migliorarci e a lavorare. Senza questi stimoli dei tifosi saremmo una squadra piatta. Sinceramente questa squadra vuole arrivare in alto e migliorare tanti aspetti e abbiamo bisogno anche che i tifosi ci chiedano di più. Ci hanno trattato molto bene a Parma dopo la partita. Siamo andati là e ci hanno applaudito dopo la partita. Sono gesti che ci danno tanta forza.

La rabona contro il Napoli?
Hanno detto che volevo prendermi gioco dell’avversario, ma in realtà ero stanco alla fine e il difensore veniva dal lato sinistro, ho pensato che con la rabona non arrivava a prenderla e mi sentivo più sicuro a passarla così che di sinistro. L’ho fatto tante volte nelle partite, delle volte mi riesce bene. È un’opzione per quando non mi sento tranquillo con il sinistro. Aveva un senso perché ho messo in una buona posizione il mio compagno. Non era un passaggio a un metro, è stato un bel passaggio.

Le persone normali quando sono stanche si siedono, tu fai la rabona…
Qua se mi siedo mi ammazzano (ride, ndr).

Che ne pensi di Zaniolo?
Zaniolo è molto forte, si  vede negli allenamenti. Già lo scorso anno quando è arrivato sembrava un ragazzino della Primavera ma faceva allenamenti come uno della prima squadra. Fisicamente ha tantissima forza e adesso ha cominciato a fare gol. Per lui sarà molto importante continuare per quella strada. È un ragazzo bravo, semplice e gentile, può arrivare lontano se continua a lavorare come sta facendo adesso. Non deve sentire tanto le cose da fuori e deve pensare a quello che fa qua dentro. Può arrivare ad essere un fenomeno.

Ci si riesce a non sentire le cose da fuori?
Dipende. Io ripenso a quello che è successo nella mia carriera e non sono felicissimo seppur abbia fatto grandissime cose, ma da piccolo già pensavo che le avrei fatte e quindi, da quando sono cominciate a succedermi, le vivo normalmente, come se già le avessi fatte. Alla mia prima partita tutta la mia famiglia mi faceva vedere i giornali ma io non volevo vedere niente, perché per già lo avevo fatto, già era passato. Vivo la mia vita così, gioco una partita bene e non guardo cosa dicono, non mi interessano le cose da fuori. È bello quando te lo fanno notare in strada che magari ti chiedono una foto, ma basta, perché poi puoi perdere la testa e pensare che già hai fatto tanto, ma abbiamo ancora tanto da dimostrare e fare.

Canzoni preferite in macchina?
No ascolto un po’ di tutto, non mi fisso con un genere di musica. Metto tanto la radio Radio Italia. Mi piace sentire musica italiana ma non ho playlist.

Ci fai un gol il 12 gennaio contro la Juve?
Speriamo di fare un gol prima (ride, ndr). Magari…

Qual è il tuo miglior momento alla Roma?
Penso sia questo. Questo mese è stato molto bello perché ho fatto tante partite e bene. La squadra ha avuto risultati positivi e quella è la cosa più importante. Quando la squadra vince uno sente che sta facendo le cose giuste e che deve continuare per quella strada.

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