Che partita! Fiesta De Rossi. E’ cuore Italia

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Corriere dello Sport (A.Santoni) – Tutto il peggio per oltre un’ora (confusione, paura, infortuni, vaffa in panchina), con punte negative raramente raggiunte dagli azzurri nel recente passato; e la Spagna di Lopetegui che sembra in grado di maramaldeggiare, dopo il vantaggio di Vitolo ottenuto grazie a un paperone di Buffon, che pare preludere all’abisso; poi, l’Italia si ricorda di essere una Nazionale, quella che 100 giorni fa aveva umiliato la Roja a Parigi, Ventura sceglie di essere un ct che incide e non gestisce il passato, non avendone per altro le inclinazioni, e alla fine allo Stadium arriva un 1-1, firmato da De Rossi su rigore, con la squadra sfinita ma almeno in piedi, compreso il debuttante Romagnoli, tra i migliori. Dopo 49 partite di qualificazione mondiale in casa senza mai perdere l’Italia fa 50 mentre la Spagna sale a 55 gare verso un mondiale senza sconfitte. Ma non son questi i numeri che hanno contato nei 90′ di gara.

LE STREGHE – Un dato, uno solo: al 20′ del primo tempo il possesso palla spagnolo raggiunge il 92%! Questo per dire lo sbilancio tra l’impatto sul match della squadra di Lopetegui e l’autentica barricata tremolante proposta dagli azzurri, stretti in un 5-3-2 senza speranza. Da tempo non si vedeva una Nazionale tanto timorosa e confusa. Che alla fine dei primi 45′ il risultato sia rimasto sullo 0-0 è un mistero del calcio. Non solo: sul taccuino di Brych ci sono i nomi di Busquet, Vitolo e Diego Costa, come se fosse stata la Spagna a dover lottare. A dirla tutta ad aiutare Ventura c’è stato anche il modo di attaccare degli avversari, consapevoli della propria superiorità ma anche compiaciuti nel palleggio come nei tempi meno produttivi del loro celebre tiki taka. In fondo il loro gioco produce una decina di calci d’angolo, ma solo due conclusioni banali di Iniesta (11′) e di Piquet (25′), finite nelle braccia di Buffon. Forse nell’inconscio iberico resta il retropensiero di una possibile fregatura nascosta nel non gioco azzurro. Detto questo, cosa pensare di questa Italia? Mai un’uscita ragionata, solo qualche lancio disperato, e un paio di spunti del generoso Eder. E Ventura? Al 38’chiede quanto manca alla fine del primo tempo, preoccupatissimo. In precedenza aveva prima chiesto maggiore pressing da parte delle sue due punte, nel momento di stop per l’incidente a Jordi Alba (22′) poi urla spesso verso il campo, contro una squadra che non c’è. Lui, nelle scelte finali, aveva trovato anche l’ultimo ritocco difensivo, preferendo Montolivo a Bonaventura, con Parolo spostato mezzo sinistro. Il milanista subito affogato nelle trame della Roja finisce la sua triste serata con un infortunio a metà primo tempo. Questo lascia spazio al compagno milanista come previsto alla vigilia. Ma non è il suo ingresso e il ritorno di Parolo a destra che cambia l’inerzia del match. Che potrebbe sbloccarsi in chiusura di tempo (72% possesso palla spagnolo…) se Diego Costa fosse lasciato correre verso la porta azzurra, invece di essere fermato per un fuorigioco che non c’è. Episodio che innervosisce l’attaccante, poi sostituito per evitargli il secondo giallo.

CAPITOLAZIONE – Ma quello che non poteva non accadere si materializza, nel peggiore dei modi, a inizio ripresa (10′): in una delle poche giocate verticale degli spagnoli (lancio di Busquets), Vitolo punta Buffon. Il capitano azzurro è in vantaggio, esce appena fuori area, ma buca clamorosamente la palla! A porta vuota, l’attaccante del Siviglia ci umilia. E dopo una debole reazione azzurra, comunque caotica, sempre Vitolo grazia gli azzurri (22′). Lopetegui butta dentro Morata mentre Ventura toglie Pellé prima e Parolo poi, finendo il match con Immobile-Belotti più Eder alle spalle. Il cambio del bomber provoca in lui una reazione che non si vedeva dai tempi di Chinaglia-Valcareggi (saluto rufiutato e imprecazioni contro il ct). E’ il momento più basso della notte azzurra.

RESURREZIONE – Che invece ha una svolta nel finale. Crescono Florenzi, Barzagli con Immobile e Belotti che ci danno dentro: un guizzo del torinista trova il taglio di un inesauribile Eder, con un pessimo Ramos che lo tocca da rigore. Il pessimo Brych viene convinto dal guardalinee Lupp: è rigore. De Rossi (37′), glaciale, segna ancora una volta. E l’Italia adesso può interrogarsi senza aggravanti ma senza perdere tempo: tra due giorni c’è la Macedonia.

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