Il Tempo – Derby straniero Pallotta-Thohir

Roma-Chievo Pallotta stadio Olimpico PR

Sono ricchi, condividono la passione per lo sport, hanno allungato i loro tentacoli sulla Nba, molto presto saranno «colleghi» in serie A e potevano diventare soci. Inter-Roma di domani è anche la prima sfida della storia del calcio italiano tra due club controllati da proprietari stranieri.
James Pallotta lo è da oltre due anni, prima dietro le quinte nel consorzio guidato all’inizio da Thomas DiBenedetto, poi da presidente. Erick Thohir prenderà invece molto presto le redini dell’Inter: sarà a capo di una società pronta ad acquistare il 70% delle azioni nerazzurre, di cui il 30% faranno capo a lui e il restante 40% diviso tra due soci. A Moratti rimarrà quindi il 30% dell’Inter e, forse, la poltrona da presidente.

 

Un’operazione diversa da quella che ha portato la Roma in mani straniere: allora c’era una banca di mezzo, stavolta la trattativa è diretta tra chi vende e chi compra e si profila un «affiancamento» della nuova proprietà alla vecchia. Moratti, spinto dal fratello, ha deciso di mollare dopo aver sperperato fortune – le stime parlano di oltre un miliardo di euro – nell’Inter. Ha capito che nel calcio degli sceicchi, ma pure del fair play finanziario da rispettare, c’è bisogno di qualcuno in grado di far decollare il volume di affari e accrescere il fatturato (ora sceso a 170 milioni): Thohir, figlio di un ricchissimo imprenditore e ora «re» dei media in patria, sembra in grado di farlo, aprendo le porte dell’immenso mercato indonesiano. Se ne sono accorti pure gli americani, che nella disperata ricerca di partner per la Roma avevano contattato anche Thohir. Ma ormai l’asiatico dalla faccia simpatica, che offre bevande ai giornalisti, aveva scelto l’Inter. Domani Pallotta sarà un suo avversario, come nelle sfide Nba tra Philadelphia 76ers (Thohir ha una quota del 15%) e Boston Celtics.

 

Il Tempo – A.Austini

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