Corriere dello Sport – Cambio in vista alla presidenza: James o un altro americano

Pallotta presidente. E’ una possibilità concreta, anche se non scontata, che sta guadagnando punti nella testa del capo giorno dopo giorno. Due sere fa, durante la cena con la squadra, non se ne è parlato. Ma ieri mattina sì, dopo la lettura dei giornali. E’ stato l’argomento del giorno a Boston, prima di Roma-Liverpool.

IL CAMBIO – La Roma ha confermato che Thomas DiBenedetto è vicino ai saluti. «Era previsto, è un’evoluzione naturale del progetto» raccontano dall’Harbor Hotel, eleganza vista oceano, dove la squadra sta trascorrendo le giornate bostoniane. In realtà i rapporti di forza sono cambiati nel corso dei mesi, a partire dalla svolta di dicembre che ha ridimensionato DiBenedetto a un ruolo di rappresentanza. (…)

I TEMPI – Ora Pallotta è tentato dall’idea di farsi nominare presidente. Non tanto per una questione di visibilità – i tifosi della Roma ormai lo conoscono – quanto per trasmettere un messaggio di stabilità, di presenza, di controllo. Tutte le grandi società italiane hanno un presidente-proprietario e anche su questo Pallotta sta ragionando. La cosa ormai sicura è l’addio di DiBenedetto, che potrebbe abbandonare la cordata se si presentassero nuovi azionisti con il portafoglio pieno. L’avvicendamento alla presidenza è atteso entro la fine dell’anno ma i sussurri assicurano che si concretizzerà prima dell’inizio del campionato. Naturalmente ci sono dei passaggi tecnici da rispettare, tra Cda e assemblea dei soci, ma la scelta è stata fatta.

L’ALTERNATIVA – Se il presidente numero 23 della storia della Roma non fosse Pallotta, sarebbe comunque un americano. Magari uno di quei potenziali soci che ancora non sono usciti allo scoperto. E che hanno idea di entrare nel gruppo, come partner esterni o come azionisti in quota. Nei mesi scorsi il consorzio ha dato mandato a un advisor di cercare negli Stati Uniti nuovi investitori. Pallotta ha garantito ai dirigenti di Trigoria un ulteriore impegno finanziario per rinforzare l’assetto societario e tecnico, ma il piano di crescita della Roma passerà anche dai flussi di denaro che arriveranno dall’esterno.
Corriere dello Sport – Roberto Maida 

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