Il Messaggero – Pallotta: ora vinciamo

«We have to win». L’invito di James Pallotta non è solo per la cena. Il magnate bostoniano è stato chiaro con Zeman e i giocatori al Nebo di Boston, il ristorante delle sorelle Cristine e Carla. «Nel prossimo campionato dobbiamo essere protagonisti». E ha insistito quando ha avuto da Franco Baldini la certezza dell’acquisto di Mattia Destro. Si è informato sulle caratteristiche del nuovo centravanti, felicissimo del buon esito della trattativa: «Mi hanno spiegato che è un giovane di talento e soprattutto un’altra punta. Proprio il calciatore che ci serviva. Utile per il gioco di Zeman, per il nostro spirito. Perché la mia Roma deve attaccare e divertire. Sempre».

Se Pallotta si è sbilanciato sul ruolo della squadra nella prossima stagione, diventa scontato il contenuto della replica che viene direttamente dal suo quartier generale, in Atlantic Avenue, sulla nuova possibile offerta del City, fino a 40 milioni, per Daniele De Rossi: «Non commentiamo illazioni del genere». L’assalto del club di Manchester è ufficialmente respinto. Il vicecapitano non si tocca, anche se per la verità, come disse tempo fa Sabatini, il nuovo corso non prevede incedibili. Rimane il timore, dunque, di una negoziazione che possa iniziare improvvisamente, magari quando la società inglese riuscirà a vendere qualche giocatore. Totti ha telefonato al compagno che si sta allenando a Roma. «Vorrei stare lì con voi. Mi annoio a lavorare da solo» la sintesi del discorso fatto dal centrocampista al capitano.

Pallotta, martedì sera, si è alzato spesso durante la cena, spostandosi a parlare con i giocatori, divisi in altri tavoli. Divertente il colloquio con Heinze sui vini argentini: il difensore ha un’azienda nel suo Paese che produce rossi di discreto livello. La serata è finita con la foto di gruppo e il taglio della torta a forma di pallone con lo scudetto giallorosso, ideata dalla sorella Carla che ne fece una simile il 15 aprile 2011 per festeggiare in One Federal Street. Presenti al Nebo anche il socio Michael Ruane, per conoscere Lamela, e Brian Klein. Non DiBenedetto, il presidente uscente, e nemmeno Richard D’Amore. (…) DiBenedetto è come se fosse già fuori dalla società. Quando, entro fine anno, lascerà la presidenza, non è da escludere che possa uscire sia dal cda che dal consorzio Usa. Anche per questo motivo Pallotta, con l’aiuto di Pannes, sta cercando nuovi soci.

Se ne troveranno uno di spessore, il mago degli Hedge Fund potrebbe chiedergli di diventare il nuovo presidente. Ma il ventitreesimo della storia della Roma potrebbe essere proprio Pallotta, due giorni fa a bordo campo sotto il diluvio e negli spogliatoi ad ascoltare la musica brasiliana dalla cuffia rossa di Castan (poi l’ha tolta anche a Nico Lopez) e ad accennare qualche passo di ballo. Per cominciare a vivere da giallorosso a trecentosessanta gradi. L’America non è più così lontana.
Il Messaggero – Ugo Trani 

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