Pallotta, conti a posto. I big possono restare

Il Messaggero (S.Carina) – La notte magica dell’Olimpico regala nuove certezze alla Roma. Non solo tecniche, con una squadra capace di riconquistare la semifinale di Champions (ex Coppa Campioni) dopo 34 anni. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è soprattutto a livello finanziario. A Trigoria infatti possono già gioire. La qualificazione alle semifinali della massima competizione per club, regala alle casse giallorosse altri 7,5, milioni soltanto di premi Uefa. Ai quali vanno poi sommati un sicuro incasso sui 4 milioni e la quota di market-pool che si aggira attorno ai 10. In un calcio dove ormai l’assist, il gol e il colpo di tacco hanno la stessa importanza dei conti in ordine, l’exploit giallorosso deve a questo punto indurre il club di Pallotta a rivedere la strategia riguardante le cessioni entro il 30 di giugno in ottica fair play. Anche perché proprio il cammino della squadra di Di Francesco è la dimostrazione di come a volte il timore che un determinato calciatore possa perdere di valore, può essere spazzato via dai risultati sportivi. Prendiamo ad esempio i casi di Manolas e Dzeko, due degli artefici dell’impresa dell’altra sera. Entrambi ceduti in tempi diversi (il greco allo Zenit quest’estate con il trasferimento saltato perché Kostas non si presentò alle visite mediche; il centravanti invece al Chelsea a gennaio, prima del suo no, ribadito anche martedì sera con una frase sibillina: «Ho rinunciato ai soldi non andando a Londra per vivere questo genere di partite, sono felice. Penso che altrettanto possa esserlo la società») ora chi temeva che il loro cartellino si fosse svalutato, dovrà ricredersi. Perché esiste anche un valore che non può essere quantificato: tutti i giocatori della Roma, da martedì, valgono di più sul mercato.

QUESTIONE DI PRESTIGIOE vale di più anche l’immagine del club, l’unico tra quelli qualificati per le semifinali (ma il discorso valeva anche per i quarti) senza un main sponsor. Discorso che va di pari passo con i conti. Sino a questo momento la Roma ha guadagnato 38,2 milioni dall’Uefa per i risultati sportivi: 12,7 sono per la qualificazione ai gruppi, 5,5 per i risultati ottenuti nelle prime 6 gare (vittorie e pareggi), altri 6 per la qualificazione agli ottavi ai quali vanno sommati 6,5 milioni con il biglietto staccato per i quarti e altri 7,5 per quello prenotato per le semifinali. A questi soldi, va aggiunto il market pool, ossia i premi relativi al valore dei diritti tv dei singoli campionati, considerando la posizione nell’ultimo torneo (2016-17): in questo contesto i giallorossi hanno incassato inizialmente 17,5 milioni ai quali si sono aggiunti prima di martedì sera altri 19 milioni. L’exploit contro il Barcellona, fa lievitare ulteriormente la quota di altri 10 milioni. Il totale è 46,5 milioni che se sommati ai premi sportivi, già fa 84,7 milioni. Ma non finisce qui. Perché vanno contemplati gli introiti del botteghino: 1.152.967 milioni con l’Atletico Madrid, 2.361.180 con il Chelsea, 1.481.153 con il Qarabag, 2.694.212 con lo Shakhtar e 3.674.762 con il Barcellona. Totale: 11.364.004. Che una volta aggiunti agli 84.7 milioni, porta il totale a 96.064.004. Considerando almeno un altro incasso da almeno 3,6/4 milioni per la gara casalinga delle semifinali, il traguardo dei 100 milioni è prossimo dall’essere raggiunto.

CONSOLIDAMENTOIntroiti che permettono alla società (che di fatturato supererà abbondantemente i 200 milioni) di attendere con maggiore serenità il responso di Nyon in tema fair play finanziario e di vivere più tranquillamente la prossima sessione di mercato. Che rispetto agli anni scorsi, può ora tramutarsi in un consolidamento della rosa (tenendo i big) e non essere schiava del trading necessario per far quadrare i conti. Per intenderci: non si rischierà di essere costretti a cedere un altro Salah, come nella scorsa estate, pur di avere tutto e subito. «Finalmente farò il mio mercato» assicura Monchi. Questo non significa che il ds non ascolterà però le offerte. Ma ora potrà lavorare con più tranquillità e, avere margini di manovra più ampi per confermare alcuni talenti. Il riferimento ad Alisson, è espressamente voluto.

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