Corriere della Sera – Da “bidone” a “eroe”, metamorfosi di Osvaldo

Da «bidone» a «eroe», da sopravvalutato a possibile capocannoniere della serie A (ieri la sua quota si è abbassata a 8), da «raccomandato» di Luis Enrique (che lo ha voluto fortemente) a indispensabile, da doppione di Borriello (sempre più probabile un suo ritorno al Milan a gennaio) a centravanti della nazionale. Ci ha messo poche settimane Daniel Pablo Osvaldo a far ricredere tutti quelli (ed erano tanti) che a Roma lo avevano bocciato senza appello dopo appena un paio di partite in maglia giallorossa.
Sono bastati cinque gol (senza calciare rigori e punizioni) per cambiare anche il soprannome: da «er Cipolla» – a causa dei suoi capelli lunghi raccolti dietro la nuca – a «Simba», il figlio del Re Leone. Non solo perché nel frattempo ha cambiato look ma per ricordare il Re Leone «originale», e cioè Gabriel Omar Batistuta.

Non è un mistero che Osvaldo, cresciuto nel mito del centravanti del terzo scudetto, si ispiri proprio a lui e la mitraglia con la quale festeggia ogni gol (anche a Novara lo ha fatto) è un modo per omaggiarlo. «Le critiche che ho ricevuto quando sono arrivato mi hanno fortificato. Non sono più quello di Firenze, ora sono più forte e reagisco», ha dichiarato qualche tempo fa. Se i risultati sono quelli che si sono visti finora, sono critiche da benedire.

Fino ad oggi a Osvaldo si può rimproverare poco o niente, anche se una piccola buccia di banana l’ha calpestata indossando la maglia «Vi ho purgato anch’io», che ha mostrato subito dopo il gol nel derby. Una leggerezza, seppure in buona fede e con l’intenzione di fare una dedica a capitan Totti, che gli è stata prontamente fatta notare dai dirigenti romanisti (oltre che dai tifosi laziali). Osvaldo ha capito e si è rimesso a lavorare a testa bassa. Come Bojan, che giorno dopo giorno sta diventando sempre più importante per questa squadra. In coppia hanno realizzato 8 reti (meglio hanno fatto solo Denis e Moralez dell’Atalanta, con 11 reti), che stanno aiutando la Roma a risalire la classifica in un campionato che sembra voler aspettare tutti. La politica dello spogliatoio però sembra quella dei piccoli passi, come ha confermato ieri lo stesso Bojan intervistato da Sky.

«Non credo – le sue parole – che il nostro obiettivo possa essere lo scudetto. Se vinciamo è meglio ma dobbiamo pensare partita dopo partita, e ora dobbiamo concentrarci sul Lecce. Siamo una squadra forte, con giocatori di esperienza ma quello che mi ha stupito più di tutti è Totti. Un fenomeno, un giocatore unico, un esempio per tutti i calciatori della Roma».
E proprio Totti potrebbe essere la sorpresa di oggi pomeriggio quando la squadra – priva di Burdisso, De Rossi, Gago, Kjaer, Osvaldo, Pjanic e Stekelenburg, tutti impegnati con le rispettive nazionali – riprenderà ad allenarsi.
Il capitano, che ieri ha lavorato da solo a Trigoria, scalpita: il suo ritorno in gruppo è questione di ore. La cosa certa è che con il Lecce ci sarà, e che Luis Enrique in attacco tornerà ad avere l’imbarazzo della scelta.
Corriere della Sera – Gianluca Piacentini

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