La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Scrivendo su Google «El Shaarawy-Allegri» la prima immagine che compare è quella dell’allenatore che grida e del giocatore che gli passa accanto, la seconda è un abbraccio. Scrivendo invece «El Shaarawy-Spalletti» la prima foto è quella di un allenamento, la seconda quella di una stretta di mano. In queste quattro immagini c’è tutto il rapporto di Stephan con i due allenatori più importanti (in Serie A) della sua carriera: quello che lo ha fatto diventare grande nel Milan e a volte lo ha trattato più come un figlio che come un calciatore e quello che lo ha rilanciato, lavorandoci sul campo come mai nessuno aveva fatto prima.
CHI SI RIVEDE – Sabato El Shaarawy rivedrà Allegri (81 partite con lui in panchina), pratica mente un anno dopo quello che poteva essere e non è stato. Il tecnico della Juve, infatti, lo aveva indicato ai dirigenti come primo nome qualora a gennaio fosse partito Zaza. Non è successo, le telefonate sulla linea Torino-Montecarlo, dove Stephan non giocava e si intristiva, si sono fermate, Sabatini si è messo in mezzo e la storia poi è nota. Ad Allegri sarebbe piaciuto riabbracciarlo, nono stante nell’ultimo periodo rossonero le incomprensioni – tattiche e caratteriali – fossero all’ordine del giorno. «Ma io gli devo tanto – ha sempre detto l’attaccante – e sono contento dei successi che sta ottenendo».
MOMENTO DELICATO – Vero, così come è vero che Allegri è stato contento della rinascita in giallorosso del suo pupillo. Sabato però l’affetto e i ricordi saranno messi da parte, per El Shaarawy c’è solo la Roma e un posto da protagonista da provare a riprendersi. Contro il Milan, a proposito di affetti e ricordi, ha giocato un tempo e poco più, ma si è visto poco, tanto che Spalletti una frecciatina gliel’ha lanciata: «Mi aspettavo di più». El Shaarawy sta giocando poco, quando lo fa non incanta, ma con la partenza di Salah per la Coppa d’Africa le occasioni per lui potrebbero moltiplicarsi. A patto però di ritrovare quell’entusiasmo che la scorsa stagione ha convinto la Roma a spendere 13 milioni per riscattarlo. Il 2016 è stato per lui un anno ottimo, con 12 gol in 36 partite, ma al netto di due sole gare saltate in campionato (di cui una con il Pescara per infortunio) non è quasi mai stato protagonista da agosto ad oggi. Tornare ad esserlo nella partita più importante sarebbe il modo migliore per mettersi alle spalle tutti i malumori.
RICORDI – Anche perché la Juve è, insieme all’Atalanta, la squadra che ha affrontato più volte. Otto partite, di cui solo una vinta. I gol però ci sono stati, 2, an che se sempre in Coppa Italia e mai in campionato. L’occasione per invertire la tendenza ci sarebbe pure e chissà che poi la prima immagine su Google, con Spalletti, non diventi un’esultanza allo Stadium. Quella che, un anno fa, poteva diventare casa sua.