Gazzetta dello Sport – È un Totti infinito «Proverò a giocare nel nuovo stadio»

Tutto sommato, in questi tempi così privi di bellezza, non sappiamo quale sia la notizia migliore. Proprio nel giorno in cui rimbalza la notizia che oggi – in una conferenza congiunta tra il sindaco Alemanno (a Roma) e il presidente Pallotta (a Orlando) per annunciare l’area dove sorgerà il nuovo stadio di proprietà (Tor di Valle), che si spera di inaugurare nel 2016 – Francesco Totti apre le porte ad un futuro infinito. Infatti, quando gli si chiede se farà in tempo a giocare nel nuovo impianto, il capitano replica: «Forse no perché il mio contratto scade nel 2014. Comunque è difficile, ma non impossibile. Vedremo se ci riuscirò». Totti è di parola: ha sempre detto che vorrebbe giocare fino a 40 anni e l’idea di calpestare l’erba della nuova casa della Roma potrebbe essere lo stimolo giusto per tentare l’impresa. E se Zeman lo esalta («Gioca da 15 anni a grandi livelli e sta dimostrando di poter dare tanto al calcio italiano»), Baldini lo racconta («ha un orgoglio sconfinato e, con un allenatore congeniale, sta dando il meglio di sé»). Intanto, però, il numero dieci non disdegna il presente. «Qui negli Stati Uniti c’è tanta passione, il calcio potrebbe diventare a livello degli sport più importanti». La chiusura è sulla Coppa Italia e l’inversione di campo del match coi viola. «Desideravamo che passasse la Fiorentina per giocare in casa invece poi è successo il contrario. Ora aspettiamo di capire, spero che giocheremo all’Olimpico».
Allarme Napoli Sulla Roma, però, incombe già il timore del match col Napoli da giocare il 6 gennaio, ovvero appena 3 giorni dopo il rientro dagli Usa. Zeman è diplomatico: «Qui la struttura è perfetta. Mi spiace solo che non siamo tutti (ieri sono arrivati Piris e Lamela, solo oggi Osvaldo, Marquinhos e Marquinho, ndr), però spero che si possa lavorare in tranquillità». De Rossi invece è più preoccupato. «Il 6 gennaio speriamo che tutto sia stato positivo e non troppo stancante per la partita. Lo stadio? Farebbe la differenza, ma certo se le cose non andassero bene si sentirebbe l’altro lato della medaglia. Però ci porterebbe tanti punti e qualche soldo in più. Denaro che servirebbe per acquistare giocatori in grado di portare altri punti in più». Pragmatico invece il parere del d.g. Baldini. «Tutto quello che la società fa è per una voglia disperata di crescere e di portare questa squadra a diventare una delle più competitive nel mondo. Non si può pensare a una parte sportiva separata. Il Real è il club più forte del mondo commercialmente e questo li ha stabilizzati al vertice. Perciò dobbiamo coniugare i due aspetti, anche se prestiamo il fianco alle critiche perché ora siamo qui e il 6 giochiamo a Napoli. Occorre cercare di minimizzare i danni logistici».

CAPITALI & PORTIERI – A proposito di società, c’è da segnalare lo slittamento dell’aumento di capitale da 50 milioni che è in ballo da oltre un anno. La Roma fa capire come questo sia dovuto anche a ritardi da parte della Consob, ma valuta a questo punto di fare una ricapitalizzazione di 80 milioni, visto che entro il giugno 2013 ne era prevista un’altra tranche da 30. Forse tutto questo però non riguarderà più Stekelenburg. Ieri il suo agente Jansen ha detto a Radio VI: «Di sicuro non rimarrà a fare il 12°. Deve pensare al Mondiale 2014». Come dire, con Goicoechea ormai titolare, è arrivata l’ora dei saluti.
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini

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