La Gazzetta dello Sport – Bojan dà la scossa, Osvaldo raddoppia. E la Roma riparte

La penultima volta che Fiorello aveva fatto l’imitazione di un allenatore (Gasperini) la squadra dell’imitato (l’Inter) aveva perso a Novara e la panchina nerazzurra era saltata come un tappo.
Nell’avvicinarsi allo stadio Piola, sotto il “remake” del diluvio universale, cattivi pensieri ronzavano di testa in testa. Vuoi vedere che la Roma affoga, Luis Enrique ci lascia le penne e Fiorello non farà più ridere mezza Italia con la “scucchietta” dell’asturiano? Sbagliato, Luis Enrique ha salvato scalpo e imitazione, al fondo di una partita non memorabile, ma che dà ossigeno “ar progetto” degli americani. E la partita l’ha vinta anche e soprattutto il vituperato Luis, con la mossa Bojan, buttato dentro al 17′ della ripresa, quando la Roma dominava, ma là davanti non andava oltre i preliminari.

Opposte tendenze Nel calcio, basta un niente per passare dallo status di fenomeno a quello di pirla e viceversa. Se ne è avuta ulteriore dimostrazione ieri, al cruciale minuto 17 della ripresa, quando Luis Enrique ha tolto un centrocampista (Greco) e immesso una punta (Bojan), mentre Tesser all’opposto ha levato un attaccante (Morimoto) e inserito un esterno di contenimento (Giorgi). “Scucchietta” l’asturiano voleva forzare il blocco, giocarsela con spavalderia alla spagnola, e se gli fosse andata male, i più benevoli lo avrebbero definito il Don Chisciotte del titic-titoc. Tesser il friulano cercava il contropiede perfetto, all’italiana. E il Novara la ripartenza giusta l’ha avuta sui piedi 7 minuti dopo, quando Meggiorini si è involato sulla destra complice una scivolata di Cassetti. Al centro c’era Rigoni solo soletto: se Meggiorini gli avesse appoggiato palla, sarebbe arrivato l’1-0 e Tesser sarebbe stato beatificato come il principe degli italianisti, degno erede della stirpe dei “trapattonidi“. Invece il “Meggio” si è comportato da egoista, ha tirato e l’olandesone Stekelenburg, distesosi nella sua infinita lunghezza, ha deviato il pallone in angolo.

Gol sbagliato gol subito Scampato il pericolo, la Roma ha cominciato a godere dei benefici della mossa Bojan. Prima il serbo-spagnolo si è fatto notare con una sassata da fuori, poi ha fatto strike in spaccata su vellutata intuizione di Pjanic. A quel punto Luis Enrique ha vinto il premio Stratega di giornata, e pazienza se nel primo tempo Lamela e Pjanic non trovavano le giuste coordinate neanche a pagarli e se Cassetti — contronatura al centro della difesa — collezionava fallacci e indecisioni. Tesser invece è stato degradato a italianista micragnoso, tutto difesa e contropiede. Tardiva la mossa novarese di riportare a due l’attacco, con Jeda al posto di Marianini. In contemporanea con l’ingresso del brasiliano Porcari ha scheggiato un palo, un attimo dopo è arrivato a mò di beffa lo 0-2 romanista: Pjanic dal corner e Osvaldo di testa a sovrastare Paci. Episodi che hanno fatto precipitare le quotazioni di Tesser, la panchina del Novara comincia a emettere sinistri scricchiolii.

Diversamente Luis La partita del Piola ha detto un’altra cosa importante: la Roma non è più sfacciatamente orizzontale e/o palla a terra. Si sono visti parecchi lanci, cambi di gioco, verticalizzazioni aeree. Non sappiamo dirvi se la nuova tendenza sia figlia di una decisione di Luis o se sia stato il gruppo, sua sponte, ad autoregolarsi. Sia come sia, la Roma ha vinto e per almeno una settimana l’imitazione di Fiorello farà ridere di gusto anche i tifosi romanisti. Scucchietta giallorossa la trionferà.

La Gazzetta dello Sport – Sebastiano Vernazza

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