«Non ci sono alternative». M5S costringe la Raggi a tenere Berdini in giunta

Il Messaggero (F.Rossi) – Virginia Raggi, alla fine, dovrà tenerselo ancora, almeno per un po’. A meno che sia proprio Paolo Berdini – l’assessore capitolino all’urbanistica finito nella bufera per le parole poco lusinghiere, sulla sindaca e sul suo staff, riportate da un cronista del quotidiano La Stampa – a decidere di togliere il disturbo, chiudendo spontaneamente una questione che si fa sempre più spinosa per l’amministrazione pentastellata. Ieri Berdini non ha partecipato alla consueta riunione di giunta del venerdì, che ha approvato in sua assenza proprio una delibera sull’urbanistica. Ma, nelle ultime ore, l’ipotesi di una sua permanenza nell’esecutivo di Palazzo Senatorio si fa sempre più concreta. L’inquilina del Campidoglio non è convinta: «Se mi fido di Berdini? Non ho ancora sciolto la riserva», ha detto ieri. Ma a consigliare alla Raggi di temporeggiare sono stati alcuni parlamentari M5S, con un ragionamento che ha via via fatto presa anche sulla maggior parte dei consiglieri comunali.

LA STRATEGIA – Sostituire il responsabile dell’urbanistica in questo momento, è l’idea prevalente tra i grillini, significherebbe dare l’immagine di una reazione emotiva alle critiche di Berdini contro la sindaca «impreparata» e la «corte dei miracoli» di Palazzo Senatorio. Inoltre, sarebbe quasi ammettere che la sindaca difende ancora alcune scelte sbagliate e criticate dall’assessore, come le nomine di Raffaele Marra e Salvatore Romeo. La presenza dell’urbanista in squadra, peraltro, è strumentale all’amministrazione in questa fase cruciale per il progetto dello stadio di Tor di Valle.

LE IPOTESI – Anche perché non va dimenticato un altro particolare, non di poco conto: il nome del sostituto ancora non c’è dopo il no di Emanuele Montini, considerato in prima fila per ereditare le competenze di Berdini. E sul colle capitolino non ci si permettere il bis di quanto accaduto a settembre per l’assessorato al bilancio, con un mese di “buco” tra le dimissioni di Marcello Minenna e la nomina di Andrea Mazzillo. Di contro, però, Berdini non ha alcuna voglia di accettare forme di tutoraggio di vario tipo, come quelle che sono state immaginate in Campidoglio per continuare «senza scosse» il rapporto con l’urbanista.

IL SOSTEGNO – L’ipotesi che circolava era quella di passare la competenza sui lavori pubblici – da cui dipende la manutenzione della città, a partire dalla battaglia contro le buche – all’architetto paesaggista Paola Cannavò, e affiancare all’assessore anche Carlo Cellammare, professore associato di urbanistica alla Sapienza: ma questo schema sembra ora più difficile da applicare: Berdini ha già fatto sapere che non lo accetterebbe. In giornata, mentre si riunisce la giunta, una trentina di manifestanti arrivano in Campidoglio per sostenere il responsabile all’Urbanistica e le sue ragioni sull’impianto di Tor di Valle. «Cemento + mattone = devastazione. Che c’entra col pallone», «Basta cemento» e «Berdini assessore», i cartelli esposti.

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