Né sussurri né grida. Il club ha perduto la voce

C’era un periodo in cui la Roma si presentava davanti ai microfoni quando le cose andavano male. Lo ha fatto Sabatini, lo ha fatto Monchi e addirittura Massara. La Roma di Petrachi non parla e non motiva. L’ultimo commento su una partita risale a ottobre, dopo il pareggio in casa contro il Cagliari. Altre volte Petrachi ha parlato ma sempre prima della partita e mai dopo e sempre per sfoggiare quell’atteggiamento “muscolare” che gli ha creato non poche inimicizie a Trigoria. Del resto è stata la società a chiedergli di evitare interviste inopportune a caldo. Sorprende che la Roma non si sia ancora dotata di un manager che sappia comunicare. Ne avrebbe le qualità De Sanctis che in questo momento ha il ruolo di vicedirettore sportivo e non potrebbe deligittimare Petrachi, il suo capo. Ci vorrebbe un dirigente libero da vincoli. L’uomo giusto era Totti, ma la fragorosa rottura dello scorso maggio ha privato la Roma di un prezioso picconatore. Nei due anni da dirigente a Totti veniva chiesto di parlare in pubblico per rappresentare l’umore della società. A trovare una figura analoga ci penserà Friedkin una volta completate le pratiche per l’acquisizione della Roma. Lo riporta il Corriere dello Sport.

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