Napoli-Roma, il primo gemellaggio dall’altro lato del mondo

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IL MATTINO (ANTONIO MOSCHELLA) – Lontano dall’Italia e dalle tempestuose polemiche che mischiano lo sport con la politica il clima è molto più disteso. A Buenos Aires, luogo nel quale ogni italiano viene definito ‘tano’ a causa dell’importante comunità di origine napoletana qui emigrata tempo addietro, sbandierare la propria fede calcistica è una pratica leggera e piacevole tanto che i tifosi di Napoli e Roma si ritrovano spesso tra una partita e l’altra. Come durante i mondiali di calcio, quando l’azzurro della nazionale ha accomunato italiani di varie fedi che hanno lasciato alle spalle il livore delle aspre rivalità in campionato.
Nella capitale argentina ha avuto luogo anche il primo gemellaggio tra il Napoli Club Buenos Aires e il Roma Club Argentina. In data 9 marzo 2014, quasi una cinquantina di persone appartenenti a entrambi i fan club si sono riunite nel pub Sullivan, sito nel quartiere Palermo, per assistere insieme alla partita tra Napoli e Roma nella quale il Napoli si sarebbe imposto per 1 a 0 con gol di Callejón. L’atmosfera, allegra e scherzosa, fu il vero gol dell’evento. L’armonia non si spezzò nemmeno al momento del gol dell’attaccante spagnolo, che regalò al Napoli la possibilità di credere ancora al secondo posto e allontanò la Roma dal sogno Scudetto. Alla fine dell’incontro la festa tra sorrisi, battute e foto di rito ebbe il potere di far nascere delle amicizie solide tra tifosi sani, a migliaia di chilometri dai fuochi della passione che troppo spesso straripa in violenza.
In seguito alla morte del tifoso partenopeo Ciro Esposito, nel web ha iniziato a circolare la richiesta di gemellaggio delle tifoserie di Napoli e Roma, tra le quali dalla metà degli anni ’80 non corre buon sangue. In pochi sanno che a Buenos Aires c’è stato il primo vero  gemellaggio tra le due tifoserie, lontane dalle dinamiche e dai codici degli ultras. Alla base di questo accordo c’è l’amicizia tra Andrea Camera e Bernd Pacilio, presidenti rispettivamente del Club Napoli e del Club Roma. Il tutto nacque poco prima della partitissima di marzo: il fatto che si giocasse di domenica aveva facilitato l’adesione da parte di tantissime persone, anche occasionali. A febbraio era avvenuto il primo incontro tra i due, che di getto e senza saperlo avevano posto le basi di un rapporto sincero al quale seguì la proposta di gemellaggio in occasione dello scontro diretto, oltre a una partitella di calcetto finita in parità e con un terzo tempo al pub.
Camera, dal cuore azzurro, ma con oltre vent’anni di vita a Roma, non ha mai nascosto il suo entusiasmo per questa iniziativa: “Sarebbe bellissimo se il nostro gesto facesse da esempio per un gemellaggio vero e proprio in Italia. Per noi è un onore avere compiuto questo passo, anche se ovviamente in Italia la situazione strutturale è diversa”. Anche Pacilio è convinto della bontà del progetto: “Napoli e Roma sono tra le città più belle del mondo e i loro abitanti riflettono tanta passione in ogni aspetto della vita, tifo compreso. Quindi credo che dobbiamo prendere quanto di bello ci accomuna, isolare la violenza e godere in allegria il calcio attraverso questo gemellaggio”.
I pionieri di un eventuale gemellaggio sono due ragazzi che vivono la loro passione a distanza ma con serenità e dedizione. Entrambi hanno creato da zero dei gruppi che definire di tifosi sarebbe riduttivo, perché i fan club di Napoli e Roma in Argentina sono composti da amici veri, che inconsapevolmente pochi mesi fa hanno compiuto un gesto che potrebbe essere profetico e di buon auspicio. Nel nome di Ciro.

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