Nainggolan, il caso non è solo nazionale

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Il Messaggero (S.Carina) – Il triangolo della discordia. Da un lato la Roma, dall’altro il Belgio e in mezzo Nainggolan. Lunedì il centrocampista non risponde alla convocazione del ct Martinez per un problema al flessore della coscia destra. Il tira e molla si protrae fino giovedì sera quando di comune accordo viene deciso che Radja può restare a Trigoria. Venerdì, tra la sorpresa generale, il belga partecipa all’amichevole tra la prima squadra e quella la Primavera allenata da Alberto De Rossi. Apriti cielo. I media sportivi online belgi, a dispetto della vittoria sulla Bosnia per 4-0, aprono con la notizia a tutta pagina: «Forfait pour le diables, Nainggolan joue avec la Rome!». Il tam tam è immediato. Il primo a parlare è il ct Martinez: «Cercheremo di capire cosa è accaduto». Poi tocca ai medici della nazionale belga chiamare quelli della Roma che motivano l’utilizzo nel test amichevole come un semplice step nella fase di riabilitazione del calciatore. Che a sua volta replica in modo veemente sui social: «Ho letto qualche stron… sul fatto che ho giocato in una amichevole contro la Primavera della Roma. Sto soltanto cercando di rimettermi fisicamente a posto. Non sono abbastanza allenato per disputare una partita ufficiale. Può una gara amichevole per ritrovare la forma essere pesante come una ufficiale?». A conferma delle precarie condizioni di Nainggolan ci sono i due ultimi impegni ufficiali in giallorosso: contro l’Astra Giurgiu è rimasto in panchina mentre con l’Inter è entrato in campo soltanto nei minuti finali.

RINNOVI IN STAND-BY – Archiviata la querelle, torna d’attualità invece l’adeguamento del contratto richiesto da Radja. Nel suo commiato, Sabatini è stato molto chiaro: «I calciatori si devono rendere conto che abbiamo iniziato la stagione perdendo la qualificazione in Champions, un evento dannosissimo per l’azienda. Nainggolan non è all’ordine del giorno, lui ha chiesto un adeguamento, la società sta valutando se farlo o meno. Non credo si farà, ci sarà un premio in base alle sue prestazioni. Non è comunque una priorità assoluta per noi». Parole che hanno sorpreso non poco l’entourage del belga. Anche perché inizialmente era stato detto al calciatore di attendere l’esito del play off col Porto, poi la fine del mercato, in seguito l’arrivo di Pallotta e infine il ritorno della dirigenza dal viaggio a Londra. L’incontro interlocutorio di lunedì è stato un primo segnale. Venerdì, dopo le dichiarazioni di Sabatini, ne è arrivato un altro ben preciso. Novità sono attese per la prossima settimana quando tornerà ad essere operativo l’ad Gandini che proverà a venire a capo della vicenda insieme al nuovo ds Massara. Di certo questi continui rinvii non fanno piacere al calciatore che però ha deciso di attendere, forte delle promesse ricevute e reiterate non più tardi di qualche settimana fa. Un problema, quello dell’adeguamento, che si estende anche a Manolas. Otto giorni fa è stata presentata al calciatore una proposta dove, com’è ormai prassi in quasi tutti i club italiani, la parte del leone la fanno i bonus di squadra e personali. Offerta che il difensore non ha ritenuto congrua, considerando che quest’estate la Roma ha rimandato al mittente 40 milioni dall’Arsenal. E pur non arrivando al ragionamento che ormai fanno molti calciatori (ingaggio pari al 10% del valore del cartellino) il greco non vuole scendere sotto i 3 milioni mentre la Roma, benefit compresi, non va oltre i 2,5.

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