Nainggolan carica Roma: «Stanco io? Rialziamoci e vinciamo»

La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Lo sapevate che i belgi sono i soggetti preferiti dai francesi per le barzellette? Insomma, come alle nostre latitudini le storielle su carabinieri non sono ancora passate di moda, anche qui per strappare una risata si va ancora sull’usato sicuro puntando sui cugini meno «charmant». Un consiglio? Guardandolo in faccia alla vigilia del match col Lione, delicato match d’andata di Europa League, consiglieremmo ai locali di non prendere di mira un tipetto come Radja Nainggolan. Anche se la Roma arriva alla sfida di Coppa ferita dalle ultime due (un po’ sorprendenti) sconfitte all’Olimpico contro Lazio e Napoli, il centrocampista belga ringhia tutta la sua voglia di risorgere, prendendo anche educatamente le distanze dalle accuse di «disfattismo» che Spalletti ha appena fatto all’ambiente romano dopo la coppia di k.o.

BUTTARE VIA – «Troppo disfattismo? Difficile rispondere. Un po’ di critiche sono normali – spiega il giallorosso – ma abbiamo perso due partite, non abbiamo buttato via tutto. Infatti, il risultato di Coppa Italia si può ribaltare e in campionato siamo sempre secondi. Insomma, non è detto che – visti gli ultimi risultati negativi – dobbiamo puntare tutto sull’Europa League. Siamo in corsa su tutti i fronti e abbiamo le caratteristiche giuste per riprenderci». Lucida, poi, l’analisi sul momento poco brillante dei giallorossi. «Abbiamo affrontato due squadre che in quelle partite hanno fatto meglio di noi. Certo, le sconfitte ci fanno male, ma tocca a noi dimostrare che possiamo fare meglio e trovare una via d’uscita. La stanchezza? Lavoriamo tutti i giorni per essere pronti per le partite che arrivano, poi è normale che bisogna prepararsi bene». E a chi gli chiede se il video «rubatogli» il mese scorso – con relativa sorpresa e arrabbiatura – possa avergli dato più benzina, Nainggolan replica sicuro: «No, non c’entra, io sono sempre stato così. Poi ci sono delle partite in cui posso rendere meno rispetto ad altre volte, sia per colpa mia, sia per merito degli avversari. Io comunque voglio scendere sempre in campo. D’altronde, come si giocherà si può sapere solo alla fine».

FUTURO APERTO – Parole da leader, ruolo peraltro certificato dai numeri, che raccontano come sia il romanista più impiegato della rosa, con oltre tremila minuti giocati in stagione fino a questo momento. Nessuna sorpresa, quindi, che le 12 reti fin qui realizzate siano il top finora raggiunto in carriera e un modo per accender ancora di più i riflettori su di lui. La sua situazione contrattuale d’altronde è nota. Dopo il no estivo alle offerte del Chelsea, il belga aspetta quell’adeguamento che il club deve ancora corrispondergli. Domanda: ci potrebbero essere rischi per il futuro, visto che il belga è ambito da tante società di prima fascia? «Io ora penso solo a fare bene, poi quelle sono cose che si vedranno più avanti. A Roma sono felice, sto bene, mi piace giocare per questa società. Tutto il resto si vedrà poi». Più che un avvertimento, un modo per dire alla società: ricordati di me. Un tipo come Nainggolan, d’altronde, meglio non prenderlo in giro. Perciò niente storielle, please. Anche perché sapete come rispondono generalmente i belgi alle ironie dei francesi? «Loro amano tanto le barzellette su di noi perché li fanno ridere tre volte: la prima quando gliele raccontano, la seconda quando gliele spiegano e la terza quando le capiscono». Impressioni? Difficilmente stasera tra Lione e Roma ci sarà voglia di ridere.

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