Mourinho: “Zaniolo è tornato infortunato dalla Nazionale, non è disponibile. Veretout non si è allenato”

Josè Mourinho è intervenuto nella conferenza stampa alla vigilia del match contro la Sampdoria in programma domenica alle ore 18. Queste le sue parole:

Per chi è tornato dalla nazionale, sono tutti a disposizione? Quali sono le condizioni di Zaniolo e Spinazzola?

Per Spinazzola le notizie sono positive, però sembra che voi stiate cercando di avere una partita o un momento esatto dove noi possiamo dire che lui torna e questo è impossibile. Sono troppi mesi che non si allena con la squadra. Inizia a poco a poco ad allenarsi con la squadra adesso, in modo progressivo. Sono tutti contenti, il giocatore, il dipartimento medico, tutti. Però tranquilli. Non vogliamo né possiamo dire che torna domani, o la prossima settimana o l’ultima partita. E’ tutto positivo, che è la cosa più importante. Il giocatore è super felice e questo è quello che conta. Zaniolo è infortunato. E’ arrivato infortunato dalla Nazionale, giovedì è arrivato con un problema ai flessori. Non si è allenato giovedì, né venerdì, né oggi e quindi ovviamente non è disponibile per domani. Tutti gli altri nessun problema. Solo la gestione di Mancini quando è tornato, ma è tornato presto e giovedì si stava già allenando con la squadra. Anche chi è arrivato ieri, come Vina e Felix, che hanno viaggiato di più, tutto ok. Veretout non si è allenato con la squadra neanche oggi. Non bisogna dire quello che non posso dire, però non è disponibile per domani.

Restando su Zaniolo, ci può dire come sta vivendo questa fase?

Avevo già scritto su questo foglio “Zaniolo sarà la seconda domanda”.

Zaniolo è rimasto in panchina 90 minuti nel derby, è stato in tribuna la prima partita della Nazionale e non ha giocato benissimo i primi 45 minuti in Turchia. Che momento è per lui?

Io voglio solo parlare di noi. Quello che è succede in Nazionale io per una questione di principio non lo commento. Vi dico già da adesso che mi dispiace tanto che non ci sia l’Italia al Mondiale. Se fosse arrivata contro il Portogallo ovviamente avrei tifato per questo ai play-off. Ma come persona che lavora in Italia, ama l’Italia e rispetta la storia calcistica dell’Italia, mi dispiace tanto. Sarà l’unica cosa che dirò sull’Italia. I miei giocatori, anche se sono miei giocatori, quando vanno in Nazionale italiana non c’è niente da dire, non ci sono commenti da parte mia. L’unica cosa che posso dire su Zaniolo è che ci sono tanti giocatori che vanno in panchina con il loro club, una partita ogni tanto. È una cosa del tutto normale. Non vedo questo tipo di domande con altri club, con altri allenatori. Zaniolo è andato in panchina una partita contro la Lazio. Abbiamo adottato una strategia diversa, con l’obiettivo di vincere e lo abbiamo fatto. Non c’è storia. Dopo va in Nazionale, quello che è successo lì non è da commentare per me. È arrivato qui giovedì mattina con un problema ai flessori, non possiamo controllare ciò che succede in Nazionale. Possiamo commentarlo, ma non voglio. Non si è mai allenato questi giorni, lui è stato il primo a dirmi di non essere disponibile per la partita, non c’è storia. Sapevo che la seconda domanda sarebbe stata su di lui, ma non voglio dire altro perché non c’è storia. Non vedo voi chiedere ad Allegri perché non gioca Bernardeschi, non vedo voi chiedere ad Inzaghi perché non ha giocato Edin. Sembra che di qua ci siano delle ossessioni per la situazione di Zaniolo. E’ semplice, non c’è niente da dire. Se vuoi sapere qualcosa in più chiama Zaniolo o l’agente, che ti possono dire, spero, la verità. Cioè che lui è arrivato qui con un problema ai flessori.

In questi giorni si è fatto un processo all’Italia come movimento calcistico. Lei che ha conosciuto il calcio italiano anche in altri tempi, ha una sua spiegazione di questo nostro calo?

Ho la mia opinione, ma non voglio condividerla. La mia opinione è basata sulla mia esperienza in Italia, in due periodi diversi. Ho lavorato all’estero in paesi come Spagna o Inghilterra ma non voglio condividere la mia opinione. Non sarebbe etico secondo me. Se qualche persona con responsabilità me lo chiedesse in privato, posso rispondere con piacere. Già sono 3 anni di Italia ed io mi sento bene in questo paese. Se c’è una cosa privata in cui posso condividere esperienze e opinioni, ovviamente sono disponibile. Ma alimentare un giudizio pubblico e questo, che è il vostro lavoro ma non il mio, non lo farò.

Quest’anno la squadra dopo alcune belle vittorie ha pareggiato la partita successiva. La preoccupa questo? Ha lavorato sulla testa dei giocatori?
Qualche volta un pareggio non è un disastro. Il pareggio a volte è anche la conseguenza di un avversario difficile, che gioca per “rubare punti”. A volte il pareggio non è un disastro come può sembrare. Può succedere a una squadra che non ha ancora una mentalità di sapere cosa significa giocare per cercare di vincere qualcosa. Quando sei abituato a questa mentalità capisci che ogni partita e ogni punto è importante e che se hai un calo di concentrazione e perdi punti, alla fine si vince o non si vince per questi piccoli cali di concentrazione. Ieri ne abbiamo parlato un po’. L’unico derby che ci interessa è quello della prossima stagione, quest’ultimo non interessa adesso, se non che i 3 punti sono là. Siamo concentrati sulla prossima partita. Pensiamo alla Sampdoria, a quel bellissimo stadio, alle difficoltà e ad un allenatore bravo come Giampaolo. Dobbiamo pensare ai tifosi innamorati della loro squadra, a una squadra che ha ancora bisogno di punti per stare tranquilla. Se vogliamo vincere la partita non è sicuramente la piazza o l’avversario dove possiamo andare giù, sotto il nostro potenziale. Dobbiamo giocare veramente bene se vogliamo vincere.
Vista la prestazione nel derby, questo assetto con due giocatori dietro Abraham può diventare definitivo? La difesa a 3 è la strada per il futuro?

Dopo averti sentito ieri in radio stavo aspettando una domanda molto più aggressiva, critica e violenta. Non mi aspettavo una domanda così facile. La conclusione sarà che tu in radio sei super aggressivo e violento, poi arrivi qui e ti caghi un po’ sotto davanti a me. Io ti rispondo alla domanda che hai fatto, è troppo facile ma va bene così. Giocare a 3 è una situazione che ha dato stabilità alla squadra. Penso che è anche adatto alle caratteristiche di alcuni giocatori che abbiamo noi. El Shaarawy e Zalewski per esempio, non ci penso come terzini, ma come quinti. Giocare a 3 ci ha dato tanta stabilità che mancava da tempo. Domani sì, continueremo così, la prossima stagione non so, dipende da tante cose. Giocare con 2 dietro Tammy.. Non abbiamo giocato con 2 dietro Tammy. C’è una dinamica che dipende anche da come leggiamo la situazione, come l’avversario si cerca di adattare a noi. Per quella partita abbiamo analizzato una squadra che conosciamo molto bene e abbiamo deciso di giocare con Sergio Oliveira e Cristante più di controllo contro Luis Alberto e Milinkovic-Savic, e Mkhitaryan e Pellegrini in questa posizione. Lì c’è una squadra con diverse opzioni: Felix e Shomurodov possono giocare come secondo attaccante, per non parlare di Zaniolo, anche se domani non c’è, ma che sarà lì. Abbiamo opzioni diverse.

Quanto è importante lottare fino all’ultimo per il quinto posto viste le tante indagini che stanno coinvolgendo le squadre di alta classifica?

Non è compito mio e non è qualcosa che può cambiare il mio modo di pensare e di lavorare con i giocatori. Per il giocatore è molto chiaro che possiamo finire quinti, sesti, settimi o ottavi. Finire quinti o ottavi è drammaticamente diverso. Quinti è Europa League, ottavo è niente. Per questa ragione dobbiamo avere fino alla fine l’ambizione di fare il massimo di punti possibili e cercare la miglior classifica possibile. Non voglio pensare a questo tipo di situazioni.

C’è una classifica virtuale, quella degli expected goals, che proietta la Roma al terzo posto, a un punto dal Napoli e due dall’Inter. C’è tanta proiezione offensiva, aumentano i riampianti?

Hai detto bene, è virtuale. Purtroppo è virtuale. Però tutti questi dati che esistono oggi nel calcio si possono interpretare. Possono aiutare a pensare. Ovviamente sappiamo che siamo una squadra che crea, offensiva, che ha avuto possibilità di fare cose diverse, ma è virtuale. Il calcio è molto obiettivo, semplice, chi segna di più vince. Dobbiamo guardare questi dati così. È virtuale, ma allo stesso tempo ti da un’informazione che non è novità per noi, cerchiamo di vincere le partite, è il nostro modo di lavorare. Cerchiamo di giocare bene, qualche volta riusciamo, altre no. Ora abbiamo questa continuità, 9 partite di campionato senza sconfitte. Però magari potevamo avere qualche punto in più, trasformando un pareggio in vittoria. Ma tranquilli, c’è tanto da fare.

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