Mourinho vuole la Champions, non il derby in sé

Corriere dello Sport (R. Maida) – Non è una partita come le altre, è semplicemente una grande partita. “Per me affrontare la Lazio è come giocare contro il Milan o l’Inter o la Juve, anche se so che per i tifosi non è così”. José Mourinho ha provato ad addormentare la tensione nella settimana più lunga, che doveva passare anche per la complicata trasferta a San Sebastian.

Mourinho non pensa al primato cittadino, pensa a scavalcare la Lazio nel quadro più grande chiamato Champions League. Ma in cuor suo è anche affezionato ai numeri. Gli dispiacerebbe parecchio perdere anche il derby di ritorno, dopo lo 0-1 dell’andata causato da un errore di Ibañez: alla Roma la combo peggiore non capita dalla stagione 2011/12, quella affidata al semiesordiente Luis Enrique dalla neonata proprietà Pallotta.

Peraltro, considerando anche i risultati dell’anno scorso, Mourinho può ancora riequilibrare il confronto (finora 2 derby persi e 1 vinto). È tuttavia consapevole del momento. Il sorteggio europeo che gli ha riservato un altro incrocio con il Feyenoord e soprattutto un’eventuale semifinale dall’aspetto potabile ha generato un entusiasmo prematuro, anche all’interno della squadra. E la stanchezza, nell’occupare due fronti e valorizzare due obiettivi, comincia a farsi sentire.

Dunque bello partecipare, bello credere in se stessi, ma senza esagerazioni. Qui, come ha ricordato ai giocatori, non si è ancora fatto nulla. Per sorprendere la Lazio intanto Mourinho si è dedicato in particolare ai calci piazzati, per i quali l’assenza di Vecino potrebbe creare difficoltà ai piazzamenti difensivi di Sarri.

 

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