Mou e Mau come Capello e Eriksson, ma ora servono squadre del loro livello

Il Messaggero (A.Sorrentino) – Mourinho e Sarri sono due assi e sono bastati i primi giorni in tuta per averne conferma. Mou e i suoi allenamenti basati sull’intensità, lunghi 90 minuti come una partita e sempre col pallone. Lavora forte su Zaniolo, lo vuole al centro della propria Roma e dei suoi pensieri, ma aspetta anche rinforzi. Come Sarri che con parecchi foglietti e mille parole ha già ipnotizzato la Lazio. Era dall’Age d’or di Capello ed Eriksson che non c’erano due allenatori paragonabili, insieme.

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Il confronto con Pioli e Inzaghi a Milano, per dire, è improponibile proprio a livello di personalità, di impatto. Al di là del luogo comune sulla città impossibile per il calcio, se le squadre sono forti vincono eccome. Negli ultimi 30 anni soltanto Roma, Lazio e Sampdoria hanno vinto uno scudetto al di fuori di Juventus, Inter e Milan. Fuori dall’asse del Nord la città di Roma è la più vincente e anche quando i dirigenti sbagliano. Quello dell’ambiente difficile è una spiegazione troppo facile, anche per via di un certo compiacimento, anche nel resto dell’Italia.

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