Montuori ammette l’incompatibilità: “Cederò il mio studio”

Il Corriere della Sera (A.Arzilli) – Dice il Testo unico per gli Enti locali al punto 78 (Doveri e condizione giuridica), comma tre: «I componenti la Giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato». Chiaro. Chi fa l’assessore non può avere un’attività privata nello stesso settore che amministra. Sennò si rischia la convergenza di interessi, altro che conflitto. Per questo Raggi ha dovuto tirare il freno a mano sulla nomina di Luca Montuori all’Urbanistica. E procedere in grande fretta alla verifica presso l’Avvocatura del Campidoglio, è lì che l’investitura è rimasta di ghiaccio. Il tutto appena due giorni dopo l’ ufficialità, data in pompa magna lunedì scorso nella sala della Protomoteca. Perché nel momento stesso in cui il successore di Paolo Berdini, appena prelevato dallo staff del vicesindaco Luca Bergamo, prendeva in mano il dossier sullo stadio della Roma e rispondeva alle domande dei cronisti sui trascorsi «veltroniani», è saltato fuori il conflitto tra nuovo ruolo pubblico e attività privata: Montuori è, infatti, co-titolare dello studio di architettura 2tr , sede in piazza Gentile da Fabriano, che l’assessore congelato fondò nel 2000 con l’amico-socio Riccardo Petrachi. È un’altra grana sulle nomine. Che può essere superata da Montuori in due modi: o attraverso la cessione delle sue quote, oppure tramite la chiusura dello studio privato. E infatti: «Riguardo una mia presunta incompatibilità ci tengo a precisare che ho già provveduto a prendere appuntamento da un notaio per chiudere l’Associazione 2tr Architettura di cui sono cofondatore – la nota di Montuori -. Sottolineo che tale atto avverrà prima della formalizzazione del mio nuovo incarico nella giunta».

La forma slitta a data da destinarsi. Ma ciò non ha impedito ieri a Montuori di incontrare Michele Civita – assessore regionale alle Politiche del territorio, Mobilità e Rifiuti – «scortato» da Bergamo e dall’avvocato Luca Lanzalone. I legali del Comune hanno dato l’addio a 2tr come unica soluzione certa per Montuori in giunta. Per evitare così un altro inciampo alla sindaca dopo le nomine di Salvatore Romeo e fratelli Marra, casi che hanno fruttato a Raggi lo status di indagata dalla procura di Roma per falso e abuso d’ufficio. Il caso Montuori, almeno nei tempi, assomiglia però più a quello di Raffaele De Dominicis, assessore al Bilancio per una manciata di ore prima che uscisse il fascicolo aperto su di lui dai pm di Roma. Adesso, almeno, la frenata di Raggi è stata burocraticamente tempestiva. Sul piano politico, però, l’incidente non è stato evitato. A settembre Raggi e il suo staff vennero accusati di superficialità nella scelta De Dominicis. E non solo dall’esterno: è soprattutto da dentro al Movimento che arrivarono le critiche più aspre verso la sindaca. Per altro si trattava dell’era precedente al reset del «Raggio magico» e al doppio inghippo sui Marra e Romeo, i mal di pancia erano all’ordine del giorno. Stavolta, comunque, il caso Montuori riesce nell’impresa di riaprire quella vecchia ferita: «Ecco, ci risiamo», si mormorava ieri tra i banchi dei deputati grillini. È che la questione, insieme allo stipendio maxi del nuovo dg Giampaoletti, agita tutto il M5S. Dagli scranni del Parlamento alla maggioranza di Raggi rimasta attonita di fronte all’ennesima gaffe. Fino alla base che ancora non ha digerito il sì del Campidoglio allo stadio della Roma. Ieri sera c’ è stata una riunione organizzativa per studiare tempi e modi del nuovo progetto dimezzato nel cemento «privato», e forse anche pubblico, la cui bozza preliminare è attesa in Campidoglio. Ecco, anche questo agita la base Cinque Stelle: a seguire gli interessi del Comune di Roma ci sono un assessore per ora solo in potenza e l’avvocato Luca Lanzalone che, seppure legato a Raggi con una scrittura privata di «consulenza a titolo gratuito», non è inquadrato in Comune con un atto formale. Tecnicamente due signori nessuno per un progetto che ancora non c’è.

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