Montella & Ferrero sotto la Lanterna nasce la strana coppia

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Il Messaggero (S.Carina) – Immaginarli insieme strappa un sorriso. Lui, Montella, così riservato, geloso dei suoi spazi e delle sue idee. L’altro, il presidente Ferrero, che non perde occasione per esprimere la sua esuberanza con una sciarpa davanti agli occhi, il gesto scaramantico delle corna o un balletto in tribuna. Vincenzo che quando vince, pur avendo un’alta autostima, parla di squadra, di collettivo e mette sempre il noi davanti all’io; Massimo invece che quando si lascia prendere la mano (spesso), ruba la scena ai suoi calciatori con la giacca doppiopetto e con le ormai consuete scarpe bicolori, sventolando un foulard blucerchiato. Fatto sta, da ieri Montella torna ad allenare. Ad annunciarlo, non c’erano dubbi, ci ha pensato Ferrero su Twitter, coniando per l’occasione anche la rima ad hoc: «Buongiorno Italia, il mio cuore inF rancia! Lo sport è vita! Ancora più voglia di Sampdoria! Ferrero ha fatto goal, è arrivataunastella. Vincenzo Montella ». Il tecnico ha firmato un contratto che lo legherà al club ligure sino al 30 giugno 2018 (1,3 milioni a stagione, clausola rescissoria fissata a 1,5)e oggi sarà presentato alla stampa.

OCCASIONI PERSE – Chissà cosa deve essere scattato nella testa di Vincenzo che, senza togliere nulla al prestigio della Sampdoria, in estate era in lizza per ben altre panchine: Napoli e Milan su tutte. Forse la clausola a 1,5 aiuta a capire il perché di questa scelta. Avrebbe potuto serenamente attendere la conclusione della stagione, considerando che in Champions ci vanno soltanto tre squadre e dunque almeno tre club tra Inter, Roma, Milan, Napoli, Juventus e Lazio, avrebbero pensato a lui. Montella ha sorpreso tutti. Come quando accettò la proposta della Sensi di prendere in corsa una Roma post-Ranieri. O come quando, a due anni di distanza, per dire sì nuovamente al club giallorosso si mise contro la piazza di Catania, disse no al Palermo e alla Lazio, prima di rimanere deluso dal voltafaccia di Sabatini e accettare la Fiorentina. Forse la voglia di rimettersi in gioco, l’incapacità di rimanere fermo a guardare o, come sospetta qualche maligno, la consapevolezza che a breve l’assetto societario della Samp potrebbe cambiare, con l’ingresso di un imprenditore pronto a investire.

LE DIFFICOLTÀ – Quale sia la risposta giusta, non sarà facile per Vincenzo. Perché il ritorno a Genova lo metterà a confronto con una realtà diversa da quella medio-alta con la quale oramai era abituato a confrontarsi e soprattutto con una serie di calciatori che lui aveva provveduto a bocciare alla Fiorentina. In primis Viviano: nel 2012-13 fu proprio Montella a mettere la parola fine al sogno del portiere, tifoso viola, di giocare nella squadra del cuore, preferendogli Neto. Discorso che vale per altri due ‘ripudiati’ dal tecnico napoletano: De Silvestri e Cassani. E non va dimenticato Cassano. Zenga con il barese non ha utilizzato mezzi termini, accusandolo di essere ancora lontano da una condizione fisica accettabile. E Montella difficilmente sarà disposto a rinunciare a qualcosa in termini di pressing. I due si ritrovano dopo l’esperienza romana. Anche lì un rapporto strano: di amore iniziale poi tramutatosi lentamente in un lento distacco. Lo stesso, stavolta dal calcio, al quale Vincenzo non ha saputo resistere.

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