Monchi: “Kluivert diventerà un giocatore importante per la Roma. Olsen è una possibilità, N’Zonzi non è un obiettivo reale. A volte divento troppo tifoso” – FOTO e VIDEO

Pagine Romaniste (da Trigoria F.Biafora)Monchi, direttore sportivo della Roma, questa mattina alle ore 12:00 ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la conferenza stampa di presentazione di Justin Kluivert. Queste le sue parole:

“Buongiorno a tutti, siamo qui per la presentazione di Justin, un acquisto importante per la società. Abbiamo preso un giocatore forte per il presente ma fortissimo per il futuro, ha un’immensa qualità e tutti lo conoscete. Sono convinto che diventerà un giocatore importante per il futuro della Roma”.

Quanto è stato difficile arrivare a un giocatore giovane ma ambito come Kluivert?
Non tanto facile, non so dire quanto ma è stata una trattativa complicata perché un giocatore così, del ’99 e con questa prospettiva di futuro è un giocatore voluto da tutti. Ma dico sempre la stessa cosa, quando c’è la volontà del giocatore tutto diventa facile. La prima volta che ci siamo visti è stata importante per fargli capire che nel suo percorso la Roma sarebbe stata un posto ideale.

Soddisfatto del lavoro della squadra nel ritiro?
Tantissimo. Credo che la scelta di lavorare a Trigoria è stata buona, abbiamo lavorato benissimo. Per me è stato un bel ritiro, credo che abbiamo fatto quello che il mister aveva nella sua testa.

L’offerta del Liverpool per Alisson rientra nelle offerte irrinunciabili? Olsen è il favorito adesso?
Prima di tutto vorrei dire che fino ad adesso non abbiamo chiuso niente. L’affare si chiude quando tutto è pronto, è vero che Alisson è a Liverpool, è vero che siamo in fase avanzata e per questo è là, ma ancora non è chiuso. Se tutto fila normale penso che chiuderemo presto. L’ho spiegato tante volte, il lavoro di un d.s. non è solo un lavoro di comprare i giocatori, ma anche quello di capire in ogni momento qual è la cosa migliore per la società. In società è importante anche il profilo economico, non solo quello sportivo. È arrivata un’offerta fuori mercato, siamo tutti d’accordo. Abbiamo valutato i pro e i contro e alla fine abbiamo fatto una scelta di parlare con Liverpool per trovare l’accordo. È un messaggio di mancanza di ammissione? Per me no, la Roma continua allo stesso livello e forse di più. Abbiamo venduto due giocatori rispetto l’anno scorso, seppur importanti, e ne abbiamo presi 10, più di tutti. E stiamo continuando a lavorare per trovare calciatori che ci facciano diventare una squadra importante. La parola ambizione è una parola che a volte non si capisce bene, cos’è? Fare le cose con la testa, senza testa esplode tutto. Io non voglio fare cose che mettano in difficoltà la società e abbiamo purtroppo, ad esempio, squadre importanti di questo paese che stanno fallendo. C’è l’esempio di una squadra storicamente fortissima dell’Italia che in questo momento non può giocare in Europa. Ci sono squadre in Italia che hanno difficoltà a fare la rosa per le decisioni della Uefa. Sono arrivato qui per provare a fare una squadra forte non per un anno, ma per tanti anni, sono convinto al cento percento che ci riesco. Ma prima di arrivare al decimo piano bisogna salire i primi nove. Io dico una cosa: l’anno scorso in questo momento dicevamo lo stesso su Salah, Rudiger, Paredes. Penso che la squadra abbia fatto la migliore stagione degli ultimi 10 anni. È vero parlare di ambizione, ma con la testa. Alisson è fortissimo, non so se il miglior portiere del mondo, ma anche lui ha dovuto fare un percorso. L’anno scorso adesso si parlava che dopo l’uscita di Szczesny fosse finito il mondo e dopo abbiamo visto un portiere che aveva bisogno di tempo. So che spesso il tempo per i tifosi non esiste, ma a volte le società ne hanno bisogno.

Olsen le piace?
Avevo fatto finta di non ascoltare. Vero che Robin è una possibilità ma non l’unica, stiamo lavorando senza fretta e con tranquillità. Abbiamo Mirante, Fuzato e i ragazzi per oggi, è meglio essere convinti e trovare condizioni economiche migliori per la società che fare qualcosa sotto pressione. Voi mi conoscete, la pressione è il mio nemico peggiore da sopportare, non c’è nessuno che mi mette più pressione di me stesso.

Il fermento dei tifosi mette pressione sul mercato? Olsen e Malcom possono essere opzioni per rendere la Roma competitiva?
Non credo che troverete un direttore sportivo più vicino al pensiero dei tifosi di me. A volte divento troppo tifoso, troppo. Io devo prendere decisioni in base a quello che mi sembra meglio per la società. Oggi una parte di tifosi è arrabbiata, magari un altra no, ma sappiamo che quando vince la Roma sono tutti contenti. Non c’è nessuno che protesta in quel caso, lo sono tutti. Questo è il mio lavoro, trovare questa strada per conseguire una squadra più forte possibile, così i tifosi sono contenti. Mi metto nella loro testa, sono stanchi delle parole, Roma non è stata costruita in un giorno. Sono arrivato da 14 mesi. Ritorno a quello che ho detto prima, stiamo presentando Justin Kluivert e 3 mesi fa sarebbe stato impossibile. Tutti mi dicevate, ma come lo prendi? Lo vogliono tutti, e invece adesso è qui. Pastore, alcuni di voi e a volte troppi, è un messaggio subliminale. mi dicevate che è impossibile, e anche lui è stato qui con me. Questo è quello giusto da dire, oggi qualcuno di voi m’ha chiesto di Malcom parlandone come una follia, tu invece mi hai detto che è una possibilità. Questo è giusto da dire, non solo della vendita di Alisson e Nainggolan, ma degli acquisti che si stanno facendo. Questo è il mio telefono (alza il cellulare, ndr), e oggi sto ricevendo tanti complimenti. Non solo per la vendita, a me non mi piace farla, ma penso sia giusto farlo, ma li ricevo per la squadra che stiamo facendo. È bello forse che oggi per i tifosi sia un giorno così, qualcuno potrebbe capire l’operazione per la società e altri no, ma avere la possibilità di parlare di giocatori importante è giusto da dire.

I giocatori che cerchi possono mantenere alto il livello di competitività?
È andato via Radja che è fortissimo, Alisson che è forte. Ma sono rimasti qui giocatori che hanno fatto l’anno scorso una stagione transitoria e che credo possano fare meglio quest’anno e sono arrivati giocatori forti, e ne arriveranno. Stiamo lavorando per fare la rosa più competitiva possibile, manca ancora un mese e nella mia testa ci sono cose che mi fanno ben sperare.

Quanto è stata importante la volontà di Alisson? Ha pensato anche di tenerlo?
Io posso dire parole di ringraziamento per Alisson, non ho sentito mai la pressione del ragazzo di voler andare, ma alla fine ha accettato perché gli è piaciuta la possibilità di andare. Il suo comportamento con me è stato da 10, ma è vero che la sua volontà è importante. Se lui mi dice di non vuole andare via, può arrivare un’offerta di 200 milioni e non lo lascio andare. Non ho mai sofferto la sua pressione. Il lavoro di un d.s. è di capire il prima possibile quello che succede. Se io penso di prendere Kluivert, lo chiamo una volta, poi gli scrivo una seconda volta, la terza volta anche e non mi dice niente, forse inizio a capire che della Roma non gliene frega niente. Se io sento del Real, del Chelsea, inizio a capire che qualcosa può succedere. O faccio finta di non capire e andare avanti, o capire che qualcosa può succedere e trovare la soluzione migliore per la società. L’altra volta ho detto che se Alisson fosse andato via avrei fatto io il portiere. La gente può dirlo, ma che cazzo va a dire questo? Penso che sia il meglio per la società, l’ho fatto per questo. A volte devo fare cose che i tifosi e voi non capite, ma devo farlo. Negli ultimi mesi ho capito che qualcosa sarebbe successa, quando arrivano club forti economicamente uno deve iniziare a capire che qualcosa potrebbe succedere.

Il mercato della Roma è stato tale perché pensava già ad una cessione di Alisson?
La mia forma di lavorare è sempre uguale, a volte si trovano occasioni giuste altre no. Ma il mio obiettivo è avere la rosa il prima possibile perché così l’allenatore può lavorare con più tempo e conoscendo il modo di lavorare di Eusebio era un suo obiettivo quello di avere i giocatori il prima possibile. Non cambia niente, io sono un direttore che lavora con gli scout, quando faccio le cose sono prima pensate.

N’Zonzi può essere un obiettivo? Seguendo il mercato delle altre squadre, reputa la Roma come la seconda forza?
Su N’Zonzi faccio prima i complimenti per il Mondiale. Più di questo non posso dire, l’ho portato a Siviglia e tutti sanno che mi piace tanto ma credo che non è un obiettivo reale per noi. Sulla lavagna e sul tavolo tutti siamo forti, ma dopo bisogne competere. L’anno scorso si parlava di una squadra che faceva un bellissimo mercato e dopo non ha reso, anche io pensavo al loro mercato l’anno scorso. A volte manca qualcosa per diventare una squadra forte. Non cambia nulla dire a che livello è la squadra, il mio obiettivo è di fare la squadra forte. Abbiamo un vantaggio, quello di avere un allenatore tra i più forti dell’Italia se non il più forte, abbiamo uno spogliatoio con ambizione e testa, questo è importante. Come ho detto c’è uno spirito collettivo di tutta la società. Sembra filosofia ma è importante, quando tutti vanno nella stessa direzione è più facile arrivare all’obiettivo. I miracoli non si possono fare, la mia faccia è questa, brutta.

Qual è il piano per Kluivert nella squadra?
Abbiamo tutti grande fiducia sul suo percorso, ma come ha detto lui prima bisogna ancora lavorare tanto, viene da un calcio diverso. Abbiamo tanta fiducia in lui, veramente tanta.

Come si combatte il rischio che i giovani non possano avere tempo per raggiungere obiettivi col club?
Io capisco che la parola tempo è difficile da usare in questa sala conferenze, perché arriva questo direttore sportivo dalla Spagna e chiede tempo ai tifosi della Roma, gli rispondono di tornare a Siviglia di nuovo. Io non posso fare niente se la Roma non ha vinto nel 2011, nel 2012. Ho fatto questa predizione di tempo ma so che non esiste, ma è un po’ necessario. Siamo arrivati terzi in campionato e in semifinale di Champions, una piccola parte di fiducia la merito. So che sono tutti stanchi, loro vogliono vincere ma io metto la faccia sempre. Sono convinto al 100%, se dopo uno o due anni non vinco niente prendo l’aereo e vado, è l’unica cosa che posso dire. Capisco tutti i tifosi, non dimentichino che io ho fatto il direttore sportivo per caso, prima di tutto sono un tifoso.

Monchi a fine conferenza scherza sulla partita tra staff e giornalisti: “Un’ultima cosa se mi permettete. So che non siete tutti responsabili, ma non ho avuto nessuna domanda riguardo la sconfitta subita ieri da voi per mano della società, mi aspettavo un commento ma non l’ho avuto. Ho anche parato un rigore, qualche domanda la meritava (ride, ndr)”.

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