Monchi: “Mi ricordo soprattutto la gioia dei tifosi contro il Barcellona, questo ripaga il lavoro svolto nel corso dell’anno”

Monchi, direttore sportivo della Roma, è stato intervistato da Roma TV ed ha parlato della sfida al Liverpool. Questo un estratto delle sue parole che andranno in onda integrali durante il pre-partita:

Dopo 34 anni la Roma torna a giocare una semifinale. La prima cosa che mi viene in mente sono i momenti che ho vissuto nella bellissima notte dell’Olimpico. Mi ricordo soprattutto la gioia dei tifosi, questo ripaga il lavoro svolto nel corso dell’anno. È una sfida molto bella quella tra Klopp e Di Francesco, sono due allenatori giovani e moderni con le idee molto chiare e uno stile di gioco molto definito. Credo sia una piccola sfida all’interno di una grande sfida. Sarà la mia prima volta da direttore sportivo ad Anfield per affrontare il Liverpool. E’ uno stadio che può motivare e al tempo stesso mettere timore. Speriamo la squadra sia in grado di sopportare la pressione che avrà in campo. Salah è un giocatore importante, lo era alla Roma e lo sta dimostrando al Liverpool. Ma il Liverpool non è solo Salah, il suo successo si basa sul gioco di squadra, su giocatori come Firmino, Mane, Wijnaldum. Salah sta disputando una stagione straordinaria ed un giocatore che dovremmo affrontare con grande attenzione, ma credo che la situazione sia simile a quella vissuta col Barcellona. Il Barcellona non è solo Messi, il Liverpool non è solo Salah. Edin è un giocatrore chiave per noi. Non sta segnando tanto come l’anno scorso ma sta segnando gol molto importanti. Per noi quello che è capace di creare Edin in una partita, il timore che può mettere negli avversari è fondamentale. Edin è tra i centravanti più forti a livello mondiale. De Rossi incarna i valori della società: l’amore per il club, il legame che ha, l’affetto che prova nei confronti della Roma…Non li incarna solo, ma li trasmette dentro il campo. Daniele per noi è molto importante dentro al campo, ma lo è anche all’intenro dello spogliatoio. Quando si compra un giocatore si pensa sempre che il suo rendimento sarà perfetto. Ma c’è un aspetto che uno non può controllare, che è l’inserimento del giocatore. Nel caso di Cengiz l’inserimento è stato molto più rapido di quello che pensavamo. Credo sia stato gestito al meglio dall’allenatore, che gli ha dato quello di cui aveva bisogno a seconda delle circostanze, per diventare il giocatore che è oggi. Se ad agosto mi avessero chiesto se secondo me la roma sarebbe stata tra le prime quattro d’Europa, avrei avuto dubbi sull’effettiva possibilità. A volte la realtà supera i sogni“.

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