Monchi: “Di Francesco non era una scommessa. De Rossi ha colmato il vuoto di Totti. Dzeko può vincere una partita da solo”

Monchi, direttore sportivo della Roma, è stato intervistato da El Mundo ed ha parlato della sua nuova avventura in giallorosso. Queste le sue parole:

La mia prima pianificazione in Italia potrebbe non essere la più normale fatta da me. Ora comincio a capire meglio il Monchi di cui Roma ha bisogno. Quando subisci un cambiamento grande come quello che ho vissuto io, ci si deve conoscere di nuovo. E sapere quale parte di Monchi è ancora valida, e quale parte di Monchi dovrebbe ancora apparire. Quando sono arrivato, tutto è stato molto veloce. Dovevamo far quadrare i numeri e generare del guadagno“.

Di Francesco era una scommessa rischiosa?
Non credo, c’era una solida base per avere fiducia. L’ho preso per le sue abilità, ma anche per la sua conoscenza di Roma. Ha giocato quattro anni qui, ha vinto anche uno scudetto. Sapendo quanto sia speciale lavorare in questo club, è stato molto importante. Inoltre, stavo cercando un tecnico equilibrato, in grado di avere un buon rapporto sia con i media sia con i tifosi. Ma che è stato anche in grado di sfruttare al meglio i giocatori che avrebbe avuto tra le sue mani. È vero che non aveva esperienza in Champions League. Ma con il mio aiuto e quello dei suoi giocatori, era un tema facile da affrontare.

Totti?
Il suo vuoto è stato colmato da Daniele De Rossi. È un giocatore formato dalla Roma, un tifoso del club e con un’innata capacità di trasmettere i valori di appartenenza.

Dzeko ha 32 anni…
Ma ha anche una vita professionale perfetta, si allena come dovrebbe, gli piace quello che fa e la scorsa stagione ha segnato 39 gol. È fondamentale capire la nostra posizione. Forse non c’è nessuno essenziale, ma Dzeko, da solo, è in grado di vincere una partita.

Under?
Si ottengono notizie su notizie sui giocatori. Di solito parlo con un agente con cui ho un buon rapporto, in questo caso Bayram Tutumlu, da lì ho iniziato a seguire Ünder. Aveva fatto una stagione magnifica ed era già un giocatore internazionale. La cosa più difficile sul portare un ragazzo di 20 anni dalla Turchia non è vederlo, ma scommettere ed essere convinto che possa avere una carriera importante. È ancora molto giovane, non parla perfettamente ancora l’italiano, quindi ha molto margine di miglioramento.

El Shaarawy?
È ancora giovane, ha un’età magnifica per migliorarsi ancora di più. Ha dribbling, gol, colpi con entrambi i piedi ed è il nostro miglior uomo che si butta nello spazio. Credo molto in Stephan.

Sul Barcellona…
Sono consapevole che l’ultima volta che la Roma ha giocato al Camp Nou ha perso 6-1. Ho letto e visto molte volte quella gara. Ma spero che le cose vadano un po’ meglio questa volta.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti