Mobilio (tutore legale Sadiq): “Al gol mi sono commosso, davvero. Una volta lo portai in un torneo amatoriale. Prima palla toccata, elastico e tunnel all’avversario”

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Domenica Sadiq ha siglato il suo primo gol in campionato con la maglia della Roma (alla terza presenza). Perin battuto, 2-0 al Genoa.

Colpo di testa…quasi da fermo: “Non ha neanche staccato, alto com’è!”. Non male per chi arrivò in Italia con gravi problemi fisici. Rischiando, forse, anche di non giocare mai: “All’inizio era sempre infortunato, non capivamo perché. Allora lo portammo in una clinica per poi curarlo direttamente alla Lavagnese. Il ragazzo aveva i piedi storti, andavano verso l’interno. Inoltre aveva una postura che non lo aiutava a correre, dandogli dei dolori muscolari persistenti. L’anno passato a Lavagna gli è servito per guarire. Poi arrivò lo Spezia, punto su di lui e fece il ritiro con la prima squadra…”.

A parlare è Pino Mobilio, tutore legale di Sadiq. Il quale, racconta gli inizi del giovane attaccante: “Al gol mi sono commosso, davvero. Quando arrivò lo presi a casa con me, legò moltissimo con mio figlio (Addiego, anche lui calciatore col Sestri Levante ndr). All’inizio gli prestammo di tutto: magliette, pantaloni, tute, scarpe. Non aveva niente. Li aiutammo, sia lui che Nura“.

E Sadiq? Inizi difficili, già. Tra infortuni e lunghi stop. Ma ogni tanto ci scappava qualche  partita di calcetto: “Una volta lo portai in un torneo amatoriale. Prima palla toccata, elastico e tunnel all’avversario. Che poi lo inseguì per tutto il campo (ride ancora ndr). Pazzesco. Ha grandi qualità: pur essendo un attaccante longilineo, dimostra doti da brevilineo. Con la Lavagnese giocò soltanto una partita, poi ne disputò qualcuna con gli Juniores. E’ stato bravo lo Spezia a puntare su di lui, a crederci. Anzi, a credere in entrambi”.

Pallone e…valori! Esatto sì, perché Sadiq è una persona a modo, di cuore: “Proviene da una famiglia agiata – continua Pino – il padre è un ex calciatore. Mentre Nura è cresciuto diversamente, origini modeste. Quand’erano tra noi venivano a tutte le cene in famiglia, anche durante le feste. O da me o da Roberto Sannino (allenatore in seconda della Lavagnese). E’ una persona intelligente, furba. Il suo sogno è giocare col Manchester United. Ci arriverà, ne sono sicuro…”.

Caratterialmente invece? “Eh, era un bel dormiglione! Ora si è svegliato dai (ride). Gli ho dato una mano, veniva con me in palestra, lo portavo in giro, l’ho seguito passo dopo passo. Sia lui che Nura. Gli ho dovuto insegnare cos’è la vita. Ora mi godo la grande gioia che mi ha dato”.

Parole sincere, intrise di pathos. Forse anche una lacrima, chissà. Ormai Sadiq è diventato grande, gioca (e segna) in Serie A. Dormiglione, sì. Arrivò dal nulla, spaesato. Valigia vuota, due magliette e un paio di nike. Oggi se la ride. Mentre Pino, lì in famiglia, si commuove tra la lacrime. Come tutta Lavagna.

gianlucadiamarzio.com

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