Milano Finanza – Un romanista a Milano

In Italia è difficile trovare gruppi immobiliari che non abbiano un’impronta di tipo familiare, dinastico, ereditario. Basti dire che fino all’anno scorso a Milano, capitale finanziaria del Paese, non si muoveva mattone senza che Salvatore Ligresti lo sapesse. Mentre a Roma è consolidato il ruolo, il peso, l’influenza e il prestigio che ha Francesco Gaetano Caltagirone, senza ombra di dubbio uno dei dominus della città con il suo impero che comprende anche Cementir, Vianini e il business editoriale (Messaggero, Mattino, Gazzettino, Nuovo Quotidiano di Puglia, Corriere Adriatico e Leggo). Ed è proprio nella Capitale che, uscita di fatto di scena la famiglia Toti (ha ceduto gran parte del patrimonio detenuto dalla Silvano Toti Holding e dal gruppo Lamaro) si sta affacciando un nuovo protagonista, che però viene da lontano. Luca Parnasi, nonostante la giovane età (35 anni) è l’erede e il front man di un’azienda (costruttore, developer e general contractor) attiva sul mercato sin dagli anni 70. E in più di 40 anni di presenza sul mercato il Gruppo Parsitalia ha gestito iniziative di sviluppo immobiliare per 1,250 milioni di metri quadri tra residenziale, uffici e spazi commerciali con progetti innovativi e di elevato contenuto architettonico quali Porta di Roma (6,4 milioni di mq), Euroma2 (52mila mq), il ministero della Salute, i Granai di Nerva e il centro commerciale La Romanina.

E oggi, forse, il progetto più ambizioso e di impatto mediatico è la realizzazione del nuovo stadio dell’As Roma voluto dagli azionisti americani capitanati da James Pallotta (e affiancati, al 40%, da Unicredit). L’impianto che dovrebbe vedere la luce entro il 2017 sorgerà sui terreni di Tor di Valle, dove sorgeva l’ippodromo: un’area che è subito piaciuta agli imprenditori d’Oltreoceano, che vogliono un’arena da 55-60 mila posti.

Ma come ha fatto Parnasi ad aggiudicarsi la commessa e a fare breccia nel cuore dello staff di Pallotta & C, al punto che nel prossimo futuro potrebbe entrando nel capitale del club calcistico acquistando parte della quota Unicredit? Le risposte sono molteplici e vanno tutte indirizzate al nuovo corso impresso alla società dal giovane e riservato imprenditore che, nonostante il tifo sfegatato per il club di Francesco Totti, preferisce trascorrere i weekend nella campagna umbra con la moglie, l’attrice e showgirl Christiane Filangieri e il figlio di pochi mesi. Un cambiamento legato a un passaggio generazionale importante, che ha portato una visione assai più proiettata sull’estero. La strategia riflette l’esperienza professionale di Parnasi, a lungo impegnato nei settori industriale e immobiliare in America. Il deus ex machina ha rimodellato la squadra di vertice dell’azienda, che ha in fase di realizzazione il Business Park Europarco (142 mila mq pronti nell’autunno del 2014), il centro commerciale Laurentino (85.523 mq pronti per l’inizio del 2015), il polo multifunzionale Pescaccio (intervento di 785 mila mq), Città del Sole (pronta tra un anno), oltre al progetto di sviluppo del fondo Hb (7 aree a Roma per un totale di 194 mila mq) e quello relativo al complesso residenziale di Montalto di Castro che sarà inaugurato nella prima metà del 2016. È stata abbassata l’età media dei dirigenti (a 39 anni) mentre si stabilivano partnership in Germania, Stati Uniti, Olanda e altri Paesi europei. Con gli innesti di professionisti qualificati quali Mario Miano, Luca Caporilli, Simone Contasta, Manfredi De Marco, Enrico Tito, Mariangela Masi, Guido Torrani e Giorgio Loretelli, Parnasi ha voluto cambiare il volto di un’azienda e di un business che, non più focalizzato su Roma, si sta indirizzando verso Milano e il resto del mondo.

Perché l’obiettivo dichiarato di Parnasi è quello di replicare il modello vincente di Hines, che proprio in Italia e in particolare nella city lombarda ha uno dei punti di riferimento per l’Europa. E non per nulla proprio Hines è uno dei partner privilegiati nei piani di crescita di Parsitalia (il progetto di piazzale Lega Lombarda a Roma) e magari lo sarà anche per l’espansione a Milano. L’altro caposaldo della trasformazione e del salto di qualità che Parnasi ha fatto fare a Parsitalia è rappresentato dalla riorganizzazione del gruppo, che ora prevede una holding di controllo e gestione e due società operative (la Real Estate per l’attività di sviluppo immobiliare e la General Contractor per il business delle costruzioni). E in questa strategia c’è un’altra novità: l’intenzione di dare vita a una terza area di business, la Properties, nella quale saranno conferite le proprietà di aree e partecipazioni nelle società di gestione commerciale e nei fondi d’investimento.
Milano Finanza – Andrea Montanari

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