Corriere dello Sport – Roma, sempre gli stessi errori

Così proprio non si può. Perché non è tanto la sconfitta in sé, l’undicesima in campionato, che lascia l’amaro in bocca. E’ il modo in cui è arrivata: una serie di errori da chiedersi e richiedersi, chiaramente senza mai riuscire a darsi una risposta, come sia possibile per giocatori di un certo livello. In attacco, in difesa, a destra e a sinistra. La Roma ha perso una partita che avrebbe potuto vincere abbastanza agevolmente e che più avanti avrebbe potuto sicuramente pareggiare. (…)

Vantaggio forse non meritatissimo, quello della Roma alla fine del primo tempo. Il Milan aveva creato di più, i giallorossi dopo un avvio difficile erano riusciti a ritrovare le loro classiche trame di gioco. Fino a quando la sicurezza romanista era aumentata e in campo la squadra cominciava a dare l’impressione di esserci. Poi l’azione sulla destra, la respinta della difesa di casa, il pallone sul destro di De Rossi, il tiro rasoterra e il sinistro di Osvaldo. Un capitale che la Roma avrebbe dovuto e potuto gestire molto meglio. Nel secondo tempo un inizio molto incoraggiante, impressioni positive. Fino al primo vero errore, pesante. Totti in zona centrale, appena fuori area, corsa con il pallone, i difensori del Milan larghi che faticano a chiudere. La scelta? Quella peggiore, la stessa che in passato – e una volta proprio in quella porta contro l’interista Julio Cesar – ha regalato tante soddisfazioni: il cucchiaio. (…) Un minuto dopo, sempre il capitano: un cross fuori misura che ha lanciato il Milan in contropiede, fino al tocco di mano di De Rossi. Prima però, un fallo netto di El Shaarawy sempre in area su Heinze. Rigore e proteste, ma poco conta: ché quando va male ci si mette anche la malasorte.

Nel frattempo, dopo un buon primo tempo, la difesa della Roma ha cominciato a ballare. Protagonista in negativo Simon Kjaer, che ha cominciato col servire involontariamente Ibrahimovic sulla conclusione del quale si è superato Stekelenburg. Anche Rosi, sulla destra, non ha dato sicurezza, chiudendo, nelle occasioni in cui ci è riuscito, sempre con estrema fatica. Ma il peggio è arrivato a sette minuti dalla fine, con un lancio di Muntari da metà campo, sul quale Kjaer ha messo in dubbio il suo futuro giallorosso: non solo superato, ma impacciato nella rincorsa di Ibrahimovic e poi debolissimo nell’ultimo contrasto. Il danese, che a fine partita è stato chiamato in causa anche da Sabatini, si è messo la maglietta sul viso. Da lì chiaramente, tutto è stato più difficile, ai limiti dell’impossibile, con ogni tocco, anche il più semplice, che diventava un brivido per i tifosi giallorossi. Poi ancora errori in attacco, alla disperata ricerca del pari: la Roma non ha praticamente mai tirato in porta, con Bojan e Osvaldo che non hanno colto l’attimo favorevole. Anche De Rossi, fallo del rigore a parte, ha giocato al di sotto dei suoi livelli, forse condizionato dal dolore al tallone, arrivato praticamente subito dopo il problema all’inguine. E finisce così, con quell’amaro abbraccio all’amico Aquilani. Finisce con un altro ko, difficile da digerire, arrivato come altre mille volte a Milano: al termine di una partita che si poteva vincere, poi pareggiare e invece si è chiusa con zero punti e tanta, tanta amarezza.

Corriere dello Sport – Alberto Ghiacci  

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