Mihajlovic osa: «Stiamo meglio. I terzi saremo noi»

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Il Corriere della Sera (A.Ravelli) –  Silvio Berlusconi alla fine ha cancellato la visita a Milanello, e si è perso un allenatore che probabilmente gli sarebbe piaciuto. Così sicuro, Sinisa Mihajlovic lo era stato poche volte, anche se il Milan fin qui non ha legittimato certi proclami, anzi ogni volta che una qualche certezza sembrava raggiunta l’ha sempre sgretolata con un passo falso. Così, senza nascondere il problema del momento — e cioè, dopo il pari con l’Udinese, la lista delle occasioni perse soprattutto con le squadre piccole («Il girone di ritorno deve essere quello delle rivincite, ma così rischia di essere quello dei rimpianti») — Sinisa si è molto sbilanciato sui risultati finali: Milan terzo e vincitore della Coppa Italia. Niente di meno. «Noi non possiamo fare un filotto di vittorie come Juve o Napoli, ma a lungo andare arriveremo prima di tutte le altre — la previsione del tecnico —. Magari arriverà qualche pareggio, ma ci sarà continuità di risultati. Siamo diventati una squadra difficile da battere. Cosa abbiamo più delle altre? Il Milan sta meglio fisicamente e di testa, è più squadra, gioca con maggiore intensità, produce più occasioni da gol». E se l’amico Roberto Mancini esclude il Milan nella corsa alla Champions, Sinisa indica «la Roma come la squadra che, tra gli avversari, ha qualcosa in più». Il derby non finisce mai: dalla ricerca di nuovi soci per la conquista dell’Oriente, alla difficile convivenza a San Siro (giovedì previsto un incontro), alla caccia al tesoretto che l’Europa porta con sé.

Ma lo stato di salute del Milan giustifica tanto ottimismo? È vero che non perde da sei giornate (tre vittorie e tre pareggi, non arriva a sette da imbattuta dall’aprile 2013), ma è altrettanto vero che la sfida della pausa pranzo non sarà — per dirla in canzonette — «easy like sunday morning», facile come una domenica mattina: il Genoa dello sparring partner per il mercato Preziosi (sono quattro gli ex genoani: Niang, Bertolacci, Antonelli e l’infortunato Kucka, mentre da Gasperini sono approdati Suso e Cerci), è sì privo di Pavoletti, Ansaldi e Rincon, ma ha fame di punti salvezza e ha vinto le ultime tre gare contro i rossoneri. E il Milan contro le piccole fa spesso tilt: in sette sfide (Genoa, Atalanta, Verona, Udinese, Empoli, Bologna, Carpi) ha conquistato 5 punti. «Ne bastavano 11, non dico 21, per essere terzi. Ma se non vinciamo è colpa nostra, manca cattiveria e cinismo sotto porta», il mantra di Sinisa, anche se forse è vero che il Milan funziona bene ma a una dimensione, cioè quando può sfruttare il gioco verticale in contropiede. Con una formazione che perde Abate (dentro De Sciglio) ma ritrova sia Bonaventura sia Niang (appena il francese è stato meglio, Balotelli è stato dirottato in panchina) ecco l’occasione per iniziare bene la settimana che porta (sabato 20) a festeggiare i trent’anni di Milan berlusconiano. «Un traguardo incredibile, una data importante, è anche il mio compleanno — ride Mihajlovic —, l’obiettivo è regalare un trofeo al presidente e stare in alto».

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